UnAltroFestival Day 1: quando il successo è dietro l’angolo

Si apre il sipario sulla quarta edizione di UnAltroFestival, contenitore musicale che in due giorni riempie il circolo Magnolia e porta in città grossi nomi della scena indie e non solo. Per i ragazzi di Comcerto e della Magnolia Republic solita grande organizzazione, che offre certezza nei tempi di scaletta, sound impeccabile e azzeramento dei tempi di attesa tra le esibizioni, grazie a due palchi posti a breve distanza e alle ottime birre offerte ai gazebo. Non rimane allora che tuffarsi nella mischia, attirati anche dal folto pubblico la cui età media si alza con il passare della serata, al culmine di una giornata afosa in cui l’estate ha dichiarato di non voler finire.

È allora via alle danze, con il sound delle nuove leve italiane Sunday Morning e Landlord, sacrificati e felici come apripista della giornata, ma sicuramente all’altezza del divertissement imposto dallo show del festival. Salgono poi sul second stage i canadesi dal cuore folk The Strumbellas, gruppo attivo dal 2008 che porta in tour freschezza e suoni danzerecci, stretti tra movimenti acustici di chitarra, alt country e ritmi folkeggianti degni delle migliori praterie irlandesi. I ragazzi ci credono e movimentano il pubblico a suon di marcette e leggerezza, anche grazie al violino di Isabel Ritchie, compagna di merende del barbuto leader Simon Ward. Tra i brani suonati, riconosciamo sicuramente la corale We dont’know e la hit Spirits, brano indie prestato al mondo pubblicitario che fa storcere il naso ai puristi e regala foto a chi sotto il palco è venuto per divertirsi e godere dello show.

Con una velocità degna di uno spettacolo teatrale ci si sposta poi nel main stage per gettarsi nel retrogusto hippie di Edward Sharpe and the Magnetic Zeros, altra perla della scena folk rock a stelle e strisce, graziata da una buona visibilità cinematografica della loro musica e da un invidiabile strumentazione al seguito. Per l’esibizione milanese la parola d’ordine è collettivo, non solo perché i 12 membri suonano coesi e timidi come una band di paese, ma anche perché la band ha deciso di collettivizzare lo show, creando un legame col pubblico e cantando insieme a questo. I segni di tale scelta sono sicuramente vincenti e si realizzano quando una ragazza salita clandestinamente sul palco riceve uno strumento e danza col gruppo, come anche quando Sharpe scende dal palco e lascia il microfono a chi vuole esibirsi, arrivando anche a salutare i ragazzi dietro ai banconi dello spazio food. E si, proprio Sharpe, è lui il leader non proprio silenzioso del gruppone americano, sceso dall’aereo in canottiera e jeans strappati per intonare la straconosciuta Home e altri brani dal sapore hippie, stretti tra venature gospel, neopsichedelia e assoli rock.

Sullo tesso palco, spazio poi alla rivelazione Daughter, trio che per l’occasione si trasforma in una band a quattro con l’aggiunta di un bassista. Londinesi dediti ad uno shoegaze elettronico e ad un songwriting corposo e introspettivo, i Daughter sono reduci dal successo di Not To Disappear del gennaio scorso, dopo l’esplosione di If You Leave del 2013 e gli acclamati report giornalistici. A riportarci con i piedi per terra, dopo le danze di Sharpe e company, ci pensa dunque Elena Tonra, voce soave e corpicino fragile con tanto di sguardo nel vuoto e frangia davanti al volto, ma tanto spessore e capacità musicali. Ne viene fuori uno show che non tradisce e crea profondi legami emotivi coi presenti, con testi difficili da digerire e richiami al mondo dei My Bloody Valentine e oltre. Musica nata da un tormento interiore e gettata al vento tra chitarre e suoni tesi come in New ways e Numbers, mentre li fuori tutto scorre e siamo seduti ad aspettare. “Siamo nati per riprodurci e perderò i miei figli”, intona la Tonra, toccando picchi di indubbio caos interiore in Doing the Right Thing e Mothers, mentre la trance scenica della serata comincia a scendere e un nuovo complicato giorno sta per arrivare.

Si ringrazia Comcerto e Magnolia per il gentile invito.
Testo a cura di Andrea Alesse.

Di seguito alcuni scatti della serata per gentile concessione di Raffaele Della Pace, che ringraziamo per la disponibilità:

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