Tain e il suo album Ufologia: non solo elettro pop, provare per credere.

Autori: Tain
Album: Ufologia
Label: Autoproduzione

Esuberante e al limite del non-sense pop. Tain è un polistrumentista che decide di mettersi in proprio e dare vita ad un album di cantautorato pop elettronico irriverente e strabordante. Dietro le linee elettroniche, un miscuglio di pensieri e rappresentazioni dell’attualità che Tain decide di mettere in musica liberandosi delle zavorre del giudizio altrui e puntando sulla particolarità e sulla sperimentazione linguistica.

Vocoder, distorsioni vocali e effetti elettronici accompagnano Ufologia per tutte le sue tracce, in un album in cui Tain è desideroso di farci capire come il punto di vista altrui sia sempre relativo, in un mondo che è naturalmente osservato dagli alieni. Ma forse, sotto sotto, anche il buon Tain (all’anagrafe Alfano Tain) è un alieno. Di certo lo è nei confronti dei riproducibili artisti della melodia pop italiana, che in Ufologia sono dribblati a favore di una scrittura più poliedrica e fuori dagli schemi.

In Invasione Aliena, 8 minuti e passa di eletttro-declamazioni, Tain inizia subito forte, proclamando lo stadio di assedio al già detto e, servendosi di uno stile simile agli Uochi Toki, ci parla del nostro destino umano perso nelle apparenza. Un brano lungo e introduttivo che utilizza anche citazioni forti come quelle di Pulp Fiction, portandosi subito dentro l’artista lombardo, a suo agio con la maschera di alieno pop anche in Nuovi Mondi. Parliamo della seconda canzone di Ufologia dove Tain si mette nei panni di un Tommaso Campanella, cercando l’utopia nella rara bellezza di un mondo di aliena perfezione.

In Quadri appesi, si cerca la tranquillità con un campionamento di acustica e melodia, mentre in Essere Umano mi tornano in mente i vagiti di Bugo, proprio perché Tain parte da una base biografica per raccontarci con effetti sintetici il suo particolare pensiero sull’umanità (mostri rosa). Ancora effetti speciali su futuri immaginari in Salto temporale e poi una buona elettronica strumentale in Trojan Starship a mo’ di elettro-wave alla Moor music, fino alla tracklist in cui compaiono effetti analogici e dissertazioni sulle creature immaginifiche del nostro Tain, come in un movie fantasy che si nutre di melodie e rettiliani.

Per chi cerca liriche forti e non ha paura di pensare ascoltando la sua musica, Tain è atterrato sulla terra, cercatelo.

Testo a cura di Andrea Alesse
recensioni@thefrontrow.it

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