Quello di Rufus Wainwright è stato un sogno avverato. Lui appassionato di opera, italianità e di melodramma, è salito su uno dei palchi più famosi della penisola: quello del Teatro Regio di Parma.
La possibilità si è concretizzata grazie al Barezzi Festival, manifestazione nata nel 2007 con l’intento di promuovere e diffondere musica di qualità, ispirandosi ad Antonio Barezzi, filantropo di Busseto, che finanziò gli studi di Giuseppe Verdi, facendolo diventare il Maestro che tutto il mondo apprezza.
Il suo concerto, andato in scena venerdì 6 novembre, proponeva l’artista canadese in versione “unplugged”, accompagnato da pianoforte e chitarra. Un “one man show” che ha proposto due ore di spettacolo puro, fatto di musica ed anche della simpatia di un Rufus, evidentemente in serata di grazia. In scaletta il cantautore ha proposto brani del suo vecchio repertorio classico, “curiosità”e anticipazioni di quello che sarà il suo nuovo album, dato in uscita per il 2016.
Tra le parentesi più divertenti, c’è da ricordare il tributo a Giuseppe Verdi, con un’interpretazione dell’aria “Di Provenza il mar, il suol” tratto dal secondo atto de “La Traviata”, unico momento in cui Wainwright ha lasciato il pianoforte al maestro Simone Savina. Ma non è mancato l’elogio a Shakespeare, con la sonorizzazione di un sonetto dello scrittore inglese. La performance andrà a far parte di un progetto discografico che coinvolgerà anche Florence Welch (Florence and the Machine).
Lo show, sicuramente lungo ed impegnativo, ha comunque catalizzato l’attenzione del pubblico che ha seguito in religioso silenzio ogni singola nota del concerto. Dopo il bis, che ha proposto anche la consueta Hallelujah di Leonard Cohen, Rufus è stato lungamente applaudito ed invitato ad un ulteriore supplemento di concerto. Lui non si è tirato indietro ed ha proposto una toccante “La Complainte de la Butte”, cover di Jean Renoir. Questo brano farà da colonna sonora alla festa di compleanno di Pierre Bergè (compagno di Yves Saint Laurent) in programma a Parigi il prossimo 14 novembre.
Nel ringraziare il Barezzi Festival per l’invito concludiamo il reportage con la scaletta in programma:
Montauk; This love affair; Vibrate; Matinee Idol; Out of the game; Jericho; Want; Di Provenza il mar, il suol (da La Traviata); Art teacher; Les Feux d’Artifice; Sonnet 20 (Shakespeare) California; 11:11; Gay Messiah; Going to a town; I don’t know what it is; Cigarettes and chocolate milk. Encore: Poses; Hallelujah (Leonard Cohen cover); Foolish Love. Encore 2: La Complainte de la Butte (Jean Renoir cover).
Foto e testo di Vincenzo Nicolello.
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