Il pianista Roberto Binetti, milanese di 53 anni, ha recentemente lanciato il suo disco d’esordio Universo Fantasia, dieci tracce inedite per piano solo interamente composte ed eseguite da Roberto, con la partecipazione di Marco Decimo al violoncello.
Questo per Binetti è sì, l’album d’esordio, ma non è certo la sua prima esperienza: il pianista suona infatti dalla tenera età ed ha alle spalle numerose collaborazioni all’interno del panorama musicale televisivo (tra le quali spiccano quelle con i Maestri Pippo Caruso e Peppe Vessicchio) e teatrale (ha composto le musiche per il regista Alberto Ferrari), così come concerti in prestigiose location italiane e non (ad esempio, è stato sul palco insieme a Gloria Gaynor a Montecarlo e a Nizza).
Ma conosciamo meglio questo “esordiente” cinquantenne..
D: Ciao Roberto, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Universo Fantasia rappresenta di fatto il tuo debutto, arrivato – anagraficamente parlando – un po’ tardi rispetto alla media. Qual è il motivo principale che ti ha portato ad aspettare?
R: “Grazie a te. Come hai detto prima, si tratta del mio debutto come solista e con un cd a mio nome, in quanto nel corso degli anni ho suonato in varie produzioni discografiche in qualità di musicista. Fondamentalmente non volevo “debuttare” con una musica che non fosse la corretta espressione della mia musicalità ed anche della mia personalità, dunque ho lasciato che la musica si prendesse il suo tempo e che scaturisse in modo naturale”.
D: L’idea che prende forma e l’improvvisazione come stato d’animo: sono queste le due colonne portanti di Universo Fantasia. Insomma, ti è bastato sederti al pianoforte ed iniziare a suonare, oppure il processo è stato più lento e studiato?
R: “La composizione è un momento speciale, un punto sospeso dove la musica incontra il musicista, ma questo non avviene per caso: è vero, ci sono delle volte in cui naturalmente affiorano nuove melodie pronte per essere colte, ma penso che il processo creativo sia condizionato da tutto il proprio vissuto musicale e personale, e coinvolge tutte le esperienze musicali fatte e tutte le emozioni che tali esperienze hanno lasciato dietro di sé. La musica che suoniamo è anche l’immediatezza delle note appena ascoltate, ma dietro tali note c’è tutto il proprio mondo musicale così come si è evoluto ed affinato nel corso del tempo”.
D: Qual è il filo conduttore che lega le tracce di Universo Fantasia?
R: “In questo lavoro ho voluto proporre la parte più melodica ed armonica della mia musicalità, lasciando volutamente un po’ in disparte l’altro mio aspetto musicale, il jazz, che viene accennato in alcuni passaggi per farlo risaltare. Nei dieci brani si possono ascoltare melodie cantabili calme e contemplative oppure incalzanti e dinamiche, che si intrecciano con libere improvvisazioni. Un importante aspetto della mia musica sono le improvvisazioni: la musica non è mai uguale in ogni esecuzione, ma assume ogni volta una veste nuova. Quindi il filo conduttore può essere considerato un equilibrio tra melodia, armonia e improvvisazione; per fare risaltare tale equilibrio su quattro brani sono accompagnato dal meraviglioso suono del violoncello di Marco Decimo”.
D: Si può dire che nel corso della tua carriera artistica tu abbia vissuto la musica in tutte le sue sfaccettature, esperienze che sicuramente hanno influenzato tutta la composizione di Universo Fantasia. Quali esperienze passate hanno influenzato di più la realizzazione di questo album?
R: “Come dicevo, penso che ciò che siamo oggi come musicisti sia la somma di ogni singola esperienza, oltre ovviamente all’ascolto di ogni genere musicale. Sinceramente sono convinto che ogni concerto, ogni registrazione, ogni momento musicale, dal più importante a quello minore, abbia concorso a formare il mio gusto musicale e quindi anche la realizzazione di Universo Fantasia”.
D: A chi è rivolta la tua musica?
R: “’Dedicato a chi si emoziona con gli occhi chiusi’ è la frase che ho voluto scrivere sulla copertina del cd: mi piace pensare che la mia musica possa essere rivolta a tutti coloro i quali vogliono volare con la fantasia, a chi si emoziona per un pensiero, per un colore, per un momento. A mio parere il musicista deve saper offrire all’ascoltatore delle emozioni, deve suggerire una chiave di lettura musicale che ognuno possa elaborare ed interpretare in modo personale secondo il proprio istinto e il proprio modo di essere di quel momento, fino ad arrivare a creare quel mondo parallelo fatto di suoni e fantasie che solo la musica riesce a far vivere, il proprio personale Universo Fantasia”.
D: Come è nata la tua passione per la musica ed, in particolare, per il pianoforte? A soli sei anni non deve essere certo stato facile scegliere questa strada, fatta di sacrifici e studio…
R: “La chiave di tutto è proprio la passione,il babbo era chitarrista dilettante ed un gran intenditore di musica, mi ha trasmesso il suo amore per le note: avevamo in casa anche un organo quindi il mio percorso musicale nasce e si sviluppa nel tempo in modo naturale, dove la passione e la volontà non fanno sentire la fatica dello studio e dei momenti passati davanti al pianoforte, e poi si evolve nell’ascolto e nei mille incontri e momenti di suonare insieme ad altri musicisti, fino ad arrivare a capire che puoi cercare di condividere la tua musica e di suonare per la bellezza di fare musica”.
D: Cosa diresti ad un giovane musicista che sta completando gli studi e che si sta affacciando in questo mondo?
R: “La fruizione della musica sta vivendo un grandissimo cambiamento, che coinvolge anche il musicista: la tecnologia ci mette a disposizione uno sconfinato catalogo musicale ma anche la possibilità di fruirne in modi non propriamente leciti; questo, se da un lato consente ad un numero elevato di musicisti di proporsi con i loro lavori, dall’altro minimizza i possibili guadagni. Dunque fare musica e riuscire a vivere del proprio lavoro è molto difficile, occorre una grande volontà ed una grande passione, non scoraggiarsi per gli inevitabili momenti difficili e occorre desiderare di fare musica non per “avere successo”, ma per avere e per dare quelle emozioni che la musica offre, per comunicare qualcosa all’ascoltatore”.
D: Universo Fantasia è certamente un punto di arrivo per il tuo percorso. Ma può anche essere il punto di partenza verso nuovi orizzonti. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
R: “Hai ragione, Universo Fantasia è insieme un punto di arrivo ma anche di partenza: punto di arrivo per la mia proposta musicale attuale, ma punto di partenza verso futuri progetti. Innanzitutto degli eventi live per fare conoscere il mio modo di suonare, poi delle collaborazioni con altri musicisti per vestire la mia musica di altri colori, o anche la composizione di colonne sonore: il tutto sempre con la gioia di fare musica e di condividere le emozioni”.
Intervista a cura di Claudia Favalli
Un ringraziamento particolare a Roberto Binetti e a Sara Bricchi di Parole & Dintorni.