Uochi Toki Vr set, alla conquista dell’algoritmo umano al Circolo Ohibò

Uochi Toki è sinonimo di garanzia nell’underground italiano. Un duo esoterico e istrionico che strappa spesso approvazione tanto tra gli ammiratori dell’hip hop, quanto tra chi si crogiola tra le braccia di modelli hc e affini. Un duo estraniato dalla copertina patinata, eremitico ma anche attento alle nuove declinazioni del futuro che ci attende.

Così, dopo una certa lontananza dalle scene, gli Uochi Toki si sono presentati lo scorso sabato al Circolo Ohibò per sbalordire e portare sul set il loro nuovo show. Niente musica cantata, ma solo un fruscio sonoro che attraversa le menti e segue il disegno virtuale che uno dei due porta avanti per un’ora e oltre. Sono colori e forme inventate, inframmezzate da frasi ad effetto che ci riportano nella mente del miglior Matteo “Napo” Palma. Un artista della comunicazione a basso profilo esistenziale, che è bravo a portarci verso le strade di montagna, mentre immagina una realtà fatta di torte che non si toccano e universi umani che non si manifestano.

È una festa silenziosa, quella degli Uochi Toki, fatta di un progetto nuovo in cui il Vr set è straniamento a 360 gradi per chi disegna e chi segue i tentacoli della creazione virtuale, senza che Riccardo “Rico” Gamondi celebri il momento con basi elettro fluide e melodiche. La volontà, infatti, è quella di lasciarti a terra, tra le menti di un Circolo Ohibò affollatissimo e sotto il controllo magico della direzione artistica di Costello’s, ormai consolidata e programmatissima.

Qualcuno che storce il naso sicuramente lo si trova durante la serata, ma questo è anche il prezzo da pagare per garantirsi la propria originalità e autonomia, mentre fuori il confine mainstream è evaporato come la nebbia che circonda le case tra gli alberi degli stessi Uochi Toki. L’algoritmo virtuale ha quindi dato vita ad un set colorato e allucinogeno, in cui prendono forma rampicanti e mostri, per una metafora della modernità sempre in chiave Uochi Toki.

Cosa spettarsi, d’altronde, da un gruppo che fa gestire il proprio sito da un computer?

Andrea Alesse

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