Vertical
Equoreaction
Dischi Sotterranei
Il 2018 e il nuovo groove psichedelico che non ti aspetti. Dopo il recente disco dei Weird Bloom ecco il ritorno dei Vertical con “Equoreaction”, con il secondo Ep che prende piede in una serie di nuove composizioni licenziate per Dischi Sotterranei. Band culto dell’underground veneto dagli anni ‘90 nel campo dei ritmi psycho-funky-soul, il quintetto di artisti italiani presenta quattro tracce inedite e torna a imbastire la propria unione di melodia e suoni ipnotici.
La titletrack Equoreaction parte con piglio beatlesiano e immediate lacerazioni di percussioni e synth, ricercando subito la compostezza di assolate composizioni melodiche unite con cavalcate di sixties sound magnetico e deciso. Un lavoro ben calibrato che sfocia nell’atteggiamento un po’ goofy quando compare la chitarra acustica, segno di arrangiamenti completi e studiati. Comanda il groove e i Vertical non si tirano indietro, immettendo poi nel calderone un giro di sax alla The Ex, per un finale di canzone incandescente.
La band nostrana, che ha curiosamente anche sonorizzato dal vivo una serie di soft porn movies nel tetaro di Dueville (VI) (rassegna che si è limitata solo alla prima edizione, non certo per la musica), continua poi a mescolare funk-soul e psichedelia rock in Memorex, diventando padrona della loro musica e mostrando sicurezza.
In Alpha (Radio Edit), invece, la sonorità sembra tessere trame più pop, con gli Of Montreal a guardare i Vertical dalla finestra e un’ottima ripresa percussiva, tra cori coinvolgenti e reazioni sempre psycho sound.
Nell’ultima traccia, la mia preferita, si assiste invece ad un groviglio ancora più intriso di ricerca sonora. Un pezzo in cui gli Oliver Onions incontrano Squadra Omega, come se i Vertical tendessero la mano al passato e rimanessero però fermi nel presente. Sour diviene così un brano eccentrico, solo strumentale, ma denso e ben orchestrato su di un alchimia che utilizza i fiati e la coralità per divenire armoniosa.
Andrea Alesse