Autori Mr Everett
Album: Umanimal
Label: Grifo Dischi
La trasformazione è l’essenza della vita, diceva qualcuno. E i Mr Everett, questo lo hanno capito bene, regalandoci futuristiche note musicali che sono colorate tensioni di elettronica e spazio fisico.
Un concept album costruito su di un idea di conoscenza sonora che guarda oltre l’immaginario, abbracciando la fiducia in un mondo che parla di cyborg e synth sparati in aria verso le stelle. Vocoder e costruzione sonora che guardano alla dance electro e alla sperimentazione, in una ricerca dell’identità che parte proprio dalla particolare idea di musica che i ragazzi hanno. Mr Everett , difatti, è un non-personaggio, un’identità collettiva che nasce dall’unione di tre animali e un cyborg: Rupert. Come i no name più famosi (Luther Blisset su tutti, soprattutto per loro che vengono da Bologna), i Mr Everett si cimentano in un opera che trasfigura idee chiare sin dall’inizio.
Si intravedono Flume e progetti più vicini come Vikowski e Makai, italiani ma internazionali in un suono che guarda a certe tradizioni di oltremanica (come nella melodia di 6am) e all’utilizzo di strumentazioni fantascientifiche come loro. Il beat rallentato e cosmpolita è preda di un brano come Japanese Safari, luogo d’incontro di una soul music che si trasferisce nella metropolitana di Tokyo. Molto intrigante in Umanimal è poi l’episodio di minimal downtempo di Gamelan, costruito su rarefatte e spigolose architetture teutoniche. Alla loro creatività, legata anche ad ascolti che si legano a certa dubstep moderna (Dylan Thomas), non ci sono limiti sicuri, mentre l’ibridazione è la valvola di sfogo di un suono riconosce materia grigia e liriche melodiche futuristiche in un pezzo come Twins.
Un gruppo da non sottovalutare e una boccata di ossigeno creativo, in cui i Mr Everett sembrano credere a pieno regime sino alle finali emozioni elettroniche di Rollecoaster, per una musica che non crede nella riproducibilità umana, anticipando il futuro fatto di cyborg e liberazione dal lavoro.
Andrea Alesse
recensioni@thefrontrow.it