Meraviglie pop folk col primo album di Grand Drifter

Un’ ideale raccolta di canzoni collocate “fuori dal tempo”, in un mondo immaginario che vorrebbe riprodurre ancora, e all’infinito, le emozioni di certi ascolti fatti. Spesso ho trovato ispirazione immaginando che le mie canzoni fossero prese da un disco inedito dimenticato e riscoperto a posteriori.”

Grand Drifter (in arte Andrea Calvo, già tastiera in tour con yo yo mundi) spiega così il suo progetto di 12 canzoni. Un abbraccio di fresca genuinità indie pop che avvolge un lavoro a cui hanno partecipato molti musicisti, che abbracciano il credo di Lost Spring Songs.
Un primo lavoro che trova influenze naturalmnte in Beatles e nel pop anni ’60, ma che si nutre di The Shins e Camera Obscura, diventando così un ponte verso un epoca dove ci dimentichiamo delle buone maniere pop. Parlo di buone abitudini che Grand Drifter usa nel suo carico di ritmi di retrogusto melodico e dalla forte forma canzone, in dodici filastrocche solari e mai sopra le righe.
Pronuncia british perfetta e molti strumenti al seguito, come chitarra acustica e elettrica, basso, pianoforte, organo, armonium, mellotron, glockenspiel, armonica, e percussioni. Tutti strumenti che Grand Drifter suona con approccio multidisciplinare e grande voglia.
Così, dentro le sue storie pop ci sono creature eteree come quelle di Circus Day, con il nostro che canta di personaggi alla Little Miss Sunshine e di equilibri fuori misura, con cori sognanti sotto traccia.
La forza di un traino indie pop è molto apprezzabile in Human noise, con linee di pianoforte e la traiettoria british a solcare la strada.
Prendiamoci quindi un minuto e oltre per rilassarci con Somebody must fall e Silent Brother, canzoni piene della sua musica e di un animo folk pop che esce allo scoperto anche con una fisarmonica.
Percussioni alla The Fenice Brothers pervadono la tenue voce di Untitled Walz, altra canzone che mostra il suo respiro internazionale anche con un elettrico suono di chitarra preso in prestito da Angelo Sava.

Lasciate a casa le paranoie, ecco Grand Drifter e il suo carico di fiducia e buona musica.

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it 

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