Carlot-ta ci suona Murmure, tra voce soave, percussioni e organo a canne

Autori: Carlot-ta

Album: Murmure

Label: Incipit records/Egea Music

 

La sacralità di una canzone e la spiritualità di un animo candido come quello di Carlot-ta. Non ancora trent’enne, la pianista produce vibrazioni gentili e lievi sussurri intimi rigorosamnte in inglese, e solo in un caso in francese (un solo brano, peraltro molto bello e dal titolo Le valse du conifere), per regalare musiche al limite tra il notturno e il medieval folk.

“Murmure” è il suo personale disco, in una presa di posizione che vuole essere personale e al di là delle tendenze, un po’ come altri bravi musicisti/pianisti del momento come Federico Albanese. Carlot-ta produce quindi un disco fortemente influenzato dall’utilizzo dell’organo a canne, tanto che l’album, in uscita oggi in digitale e in aprile in formato fisico, sarà presentato addirittura dentro delle chiese scelte per l’occasione.

Non si tratta però di soli accordi di organo, perché Carlot-ta dispensa anche vibrazioni electro (Minstral) e sicure ballad che ricordano le liriche più movimentate di Anna Van Hausswolff. Musiche lievi, in parte legate al pathos della sua voce, come nella iniziale Churches e nella sua batteria ancestrale di fondo.

Sono i segni di una musica in cui Carlot-ta sprigiona tutta sé stessa, coniando un genere mistico e ballabile in Sambamacabre, in un incontro tra le culture brasiliane e ungariche, con in mezzo le Cocorosie e un ritmo effervescente e contagioso. Si capiscono al volo gli oltre 300 passaggi live di Carlot-ta, all’anagrafe Carlotta Silano, un’artista vera che ha la caparbietà di sue coetanee come Giulia Villari, abbracciando anche i suoni sintetici in Sparrow, sempre con la voce tenue e l’organo come coperta di Linus.

La produzione del disco diviene quindi anche una sfida, per una musicista che si abbandona anche alle tenebre in Virgin of the noise, come in un amato ritorno alla natura tra battiti di percussioni medievali e accenni gregoriani mischiati con vocalismi alla Veyl maniera.

In Glaciers, nota quasi unica in “Murmure”, compare una chitarra acustica, per dare sfogo a un brano electro-folk molto interessante. Prima di salutarla, inoltre, non potevamo salire con lei nello spazio, sognando con i retro effetti di Sputnik un ritorno con lei al passato e al vero amore per la musica, una materia che Carlot-ta può insegnare senza sosta.

 

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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