Autore: Pietro Berselli
Album: Orfeo l’ha fatto apposta
Label: Dischi sotterranei
Booking: ja la
Orfeo l’ha fatto apposta, e Pietro Berselli anche. Trovare ispirazione in un fallimento, crudo e definitivo, come dopo essersi voltato colpevolmente e aver provocato la scomparsa della propria amata. Un mito greco riletto dalla modernità e fatto proprio da un cantautore giovane e dalla sua band, per impersonificare un poeta che cerca nel masochismo dell’allontanamento la nuova vena creativa.
Quando parliamo di Berselli dobbiamo subito coglierne la vena colta e irrequieta, trasportata in undici tracce di cantautorato post rock amante della composizione al dettaglio dei testi e della sua rappresentazione scenica.
Bresciano trapiantato a Padova, il cantante Berselli esce sul selciato dopo il primo EP dal titolo Debole, prodotto in solitaria e antipasto di un concentrato di figure e metabolismi messi in musica, in attesa di una rinascita.
Premi play e Orfeo l’ha fatto apposta si apre con NIobe, canzone che ama la mitologia della donna fatta pietra dal dolore, ma che trasuda virulenti spasmi atmosferici e atteggiamento da giovane Benvegnù. Mentre NIobe continua a piangere, Berselli incanta con la capacità di tenere la voce ad un ritmo deciso e metafisico. Nulla a che vedere con lo spoken Word di Diluire, altra composizione coi fiocchi in cui la solitudine scatena tensioni e aspettative infelici. Mirabolante la presa di posizione finale
prima della catarsi di suoni. Debole (senza regole) continua a dettare lirismo e sottofondi alla Mogwai, rintracciabili negli
effetti percussivi e nel torpore sognante che vede proprio i Mogwai come interpreti di un vero e unico profilo musicale, mai realmente emulato.
Berselli dimostra però anche di apprezzare vive torsioni poetiche condite da riff nostalgici (Brindisi e il suo 1978). A tratti la sua voce è quella di un Manzan figlio di una Bologna meno violenta, ma con la tensione che comunque assume anche contorni sinistri di puro racconto e atmosfera da messa di Bobby Previte (ascoltate in tal caso la canzone intitolata In diretta).
Un lavoro compatto, questo Orfeo l’ha fatto apposta, in cui sono molto interessanti i brani strumentali, su tutti la tetra e politica Mediterraneo di notte e l’elettronico Leggero alla Boards of Canada. Berselli non scherza, dunque, e regala con questo primo vero disco attimi di pura spiritualità in musica, convinto che tanto la maschera da Orfeo non gliela toglierà nessuno.
Testo a cura di Andrea Alesse