Uno show acustico, per terminare la propria stagione giocando in casa nella propria Milano. L’Officina della Camomilla esce allo scoperto abbracciando chitarre allo zucchero filato e cori che l’Acatraz con Calcutta ha conosciuto e apprezzato. La generazione dei giovani indie con cantato in italiano e sambuca del sabato sera sguazza nel mare dell’Arci Ohibò. Un circolo che fa il pienone, per uno show che lascia melodie d’amore all’indie pop e sudore sparso tra universitarie che agitano il cocktail alle note della band milanese.
Prima, però, il duo The Cat and the fishbowl, chitarrina e violino per cercare la strada di casa. Simpatici e ironici, soprattutto perché essere un gruppo spalla non è mai facilissimo, i due danzano e fanno vibrare addirittura una polka, tra suoni americani dylaniani e un cantato in francese bohemien.
La band di Francesco de Leo è invece il solito caterpillar di racconti giovanili con miele sbucciato tra i petali di una melodia. Iniziano in tre con due chitarre e finiscono in cinque con piano e cori, mentre la frangetta si scioglie e ci si abbandona sempre più stretti tra i divanetti del circolo. I pezzi migliori, tra cui Agata brioches rivelata subito all’inizio della serata, molto in stile Garrinche dischi. E sì. Perché l’organizzazione Sherpa live, porta stavolta dal vivo una rivelazione dell’indie da Mtv di seconda serata, gaudente e passeggero, ma anche leggiadro e scacciapensieri. Non parliamo dei super omaggiati Stato sociale, ma ci avviciniamo alla loro tensione musicale che sviscera adolescenze fragili e tiepidi ricorsi, mentre Mademoiselle Burqa accenna anche al quotidiano. Mandate in pensione le carte d’identità, L’ Officina della Camomilla coverizza i Baustelle in Charlie fa surf, con ennesimo coro collettivo.
Sono terminati gli anni in cui L’Officina della Camomilla che era considerata un miracolo musicale tra lo- fi e pop punk (con la Curioni sul palco, citofonare Verano ora), mentre imperversa ora sul palco una solida sicurezza, che solo i presenti hanno apprezzato e cantato insieme.
Grazie a Sherpa Live per l’invito.
Testo a cura di Andrea Alesse
Vi lascio con le foto cortesemente donatemi dal fotografo Daniele Colombo:
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