I Negrita dopo vent’anni sempre sulla cresta dell’onda dell’Estragon di Bologna

I Negrita oramai sono una delle migliori rock band italiane.

Abituati, ora mai, a riempire i palazzetti di tutta Italia, per questo tour Pau e soci hanno deciso  di tornare nei piccoli locali di tutta Italia.

Era il 1994, quando i Negrita si fecero spazio nel mondo della musica italiana, con un controverso vidoclip in stile RHCP, trasmesso in  Heavy rotation su Videomusic.

Da quel giorno sono passati 22 anni e la band, nonostante abbia cambiato 2/5 della band e inserito un tastierista è più forte che mai.

La band tra viaggi spirituali e successi cinematografici rimangono una delle migliori band italiane, mentre il locale bolognese ora mai da una decina di anni si è trasferito all’interno dell’Area Parco Nord.

Ad aprire il concerto non ci sono band di supporto causa la scaletta molto intensa della band di Arezzo.

Di Parte subito con Ehi! Negrita brano che chiude il loro omonimo disco d’esordio del 1994 che fa subito esplodere tutto il locale bolognese gremito di gente.

Come ho già descritto il rapporto tra i Negrita e la città delle due torri è forte e radicato nel tempo e Pau in ogni pausa racconta degli aneddoti e ricordi legati a Bologna, visto che esattamente vent’anni fa inaugurarono l’Estragon di via Calzolai con un raduno dei loro fans.

Il problema, se si puo’ definire un problema, è che i Negrita hanno scritto molte canzoni belle e concentrarle in due ore non è semplice.

Il concerto nella prima parte è molto rock e intenso con brani che ripercorrono la loro storia come in Ogni atomo o come brani che non eseguono da una vita che hanno deciso di riprenderla proprio per questo tour come Militare.

Il concerto procede con poche pause con Fuori controllo dove il pubblico partecipa attivamente ai cori ballando e cantando in continuazione senza mai smettere.

A chiudere la prima parte del concerto ci sono la splendida Bambole e il primo momento ballad con Hollywood.

Dopo il “Whisky time” Ecco tornati sul palco per eseguire la session HELLdorado, che include 6 brani, 5 tratti dal disco del 2008 e 1 da L’uomo sogna di volare del 2006.

Il viaggio della band in Sud America di circa 10 anni fa li ha cambiati positivamente, rendendoli più maturi e consapevoli delle loro possibilità, inserendo nel loro repertorio sonorità sudamericane che hanno reso HEELdorado uno dei loro migliori dischi mai prodotti.

Radio Conga, Salvation e Rotolando verso sud, la taranta salentina, tutti questi suoni sono un mix perfetto che rende l’idea di come quel periodo sia stato importante per la band.

Dopo la parentesi latina è ora di tornare al rock and roll, ma prima c’è da suonare Ho imparato a sognare, brano perfetto per accompagnare  i successi degli album Negrita, Reset e XXX.

Come il brano ho imparato a sognare, anche a modo mio è contenuto nell’album XXX del 1997  e rappresenta uno dei cavalli di battaglia della band e non manca mai in tutti i loro show.

Si potrà dire che che con gli anni le canzoni dei Negrita sono diventate sempre più melodiche causa la maturità della band, ma dal vivo riescono sempre ad emanare una carica incredibile anche grazie alla scaletta molto rock che si conclude con i proprio con i brani più intensi e carichi della band come Cambio, Transalcolico e Mama maè.

Tra un critica al mondo politico che ci governa, diverse battute aneddoti, sorrisi per tutti e divertimento totale si conclude così il concerto dei Negrita.

Due ore di totale spensieratezza con la band che ha ripercorso 22 anni di continui successi.

Un ringraziamento particolare a Live Nation per l’invito.

Testo di Carlo Vergani e foto di Ivan Elmi.

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