Mirkoeilcane: la musica contemporanea che ci tira su

Dopo un lungo silenzio, ieri sera, 15 febbraio, Mirkoelicane è tornato a esibirsi dal vivo, all’ Alcazar.

Sul palco del club romano ha presentato alla sua città, in full band, le 12 tracce che compongono il nuovo album: “La musica contemporanea mi butta giù”, uscito lo scorso novembre per Santeria / Audioglobe. Un’occasione unica per entrare nell’universo descritto dall’artista, un mondo emozionante, popolato di racconti, sogni lucidi e piccole visioni fatte di semplice concretezza.

“La musica contemporanea mi butta giù” è un disco sincero e raffinato pubblicato a distanza di cinque anni dal precedente “Secondo me” (2018). Un’opera che mette in risalto la scrittura dell’artista, che non a caso ha ottenuto numerosi riconoscimenti di spessore nel corso della sua carriera.

Prodotto artisticamente da Daniele “il Mafio” Tortora, già produttore di Afterhours, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Diodato e molti altri, all’album hanno partecipato e collaborato anche Giobbe Covatta e Daniele Silvestri.

L’apertura dello spettacolo è stata affidata a Biagio Conte in arte Il Conte Biagio, che ha presentato il suo album “Piano bar” conquistando la sala con le sue canzoni originali e la simpatia con cui ha intrattenuto il pubblico nell’attesa. I suoi brani sono piccoli frammenti evocativi, brevissimi racconti che si traducono mentalmente in immagini. Ci sentiamo già suoi amici e ne sentiremo sicuramente parlare.

Cede il palco a Mirkoeilcane e la sua band, composta da Alessandro Luccioli alla batteria, Domenico Satomi Labanca alle teastiere e Francesco Luzzio al basso. Bastano poche note a ricordarci che abbiamo a che fare con una delle migliori penne venute fuori negli ultimi anni. Evidente la parentela artistica con Daniele Silvestri, da cui ha ereditato l’ironia e la facilità di dipingere brevi storie, malinconiche o taglienti, giocando ad accostare le parole.

Il titolo dell’album, oltre a essere un chiaro omaggio a Franco Battiato, sembra sottolineare la sua volontà di distaccarsi da quanto ci propongono il mainstream e tutti i substrati indie-trap & co. Quello di Mirko, romano classe ’86  made in Garbatella, è un modo di fare cantautorato che non ha epoca, brani che emozionano sia in acustico che con il gruppo, e che sembrano attingere più dal passato che dalla contemporaneità.

Una struttura di canzoni figlia di Silvestri, cugina di Fulminacci, e imparentata con Tiromancino, Gianni Togni, de Gregori e tutti i cantautori (soprattutto romani) che amano intarsiare trame narrative coi loro testi, lontani migliaia di anni luce dalle hit “leggerissime” tanto in voga adesso. Lontano anche da quel cantautorato indie a cui potrebbe appartenere per generazione, ma da cui si discosta per sonorità, testi e attitudine.

Convincente nei brani ironici come “So cantautore” o “Per fortuna”, lo amiamo soprattutto quando ci fa tuffare negli oceani malinconici di “Qui”, “Circa una storia” e la finale ”Caro amico ti scrivo”, eseguita nel modo più puro, solo chitarra e voce. Sfido chiunque dei presenti a non aver sentito le guance rigarsi di lacrime e essersi chiesto perché non la stesse cantando in uno stadio.

Caro Mirko, una canzone può arrivare ovunque, e noi ti aspettiamo qui per i prossimi concerti.

 

Testi e immagini di Ginevra Baldassari

 

I nostri ringraziamenti vanno a Elisabetta di OTR Live e Big Time Web

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo sui tuoi canali social!

POSSONO INTERESSARTI...