Mi scaravento con i mezzi (73-Linate + 5 minuti a piedi, sì, si può..) verso il Circolo Magnolia.
Stasera suona The White Buffalo, star del cantautorato Alt-Roots-Americana, assurto agli onori delle cronache per aver contribuito sostanziosamente alla colonna sonora della Serie Cult: Sons Of Anarchy.
Entro e cerco gli amici (vera spinta per essere qui), e.. sorpresa:
- Palco estivo grande, un botto di gente.
- Effetto Virale “Sons Of Anarchy” e/o il ragazzo, solo al secondo giro in italia, prima assoluta a Milano, è meno Underground del presumibile?
- Il pubblico è variegato: tanti pischelli, ma anche parecchi Bikers, più stagionati, e da tutta Italia (Roma ‘na cifra, a giudicare dai “Daje, Jeik..” che volano).
La Band di supporto, di tal Marlon Williams è già quasi alla fine, posso dire poco. Più Alt-Folk-Neo Hipster, con armonie vocali morbide, un pelo stucchevoli, bei suoni, ma noiosetti.
Cambio palco radicale, ed entra il Bufalo biondo-barbuto, camicia Hawaiana più Fifties che Honky Tonk e chitarra acustica, accompagnato da Basso a sinistra e Batteria a destra, tutti in linea.
Buono, segno di un approccio al live semplice e d’attacco.
Promesse tutte mantenute: 1 ora e mezzo di Live vibrante, in yo’ face, caratterizzato da gran fisicità e una gran voce, piena e calda, un po’ Eddie Vedder (è un complimento).
Un pugno di canzoni, non originalissime nella scrittura, ma personali e divertite nell’esecuzione.
Buona alternanza fra ballate acustiche strappa-quel-che-ti-pare e pezzi tiratissimi sospesi fra Folk, Rock e Country Americana d’autore.
Partecipazione altissima del pubblico, coinvolto con mestiere e divertimento.
Menzione d’onore al batterista Matt Lynott ed alla sua Ludwig Sixties, cassa enorme, bella pacca e gran controllo nei cambi di dinamica repentini.
Lunedì salvato (grazie anche agli amici..).
Si ringrazia Barley Arts per il gentile invito.
Testo a cura di Carlo Rodondi alias Durito, foto di Romano Nunziato
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