Finalmente arriva in Italia, il KnotFest.
Giornata caldissima nell’arena Joe Strummer di Bologna (Arena Parco Nord).
Apertura porte e controlli decisamente da rivedere, abbastanza lenti, che fanno perdere il gruppo italico di apertura i Destrage alla maggior parte delle persone, compresi noi, che ce li siamo sentiti in fila.
Finalmente siamo dentro.
Iniziano a suonare i Bleed from Within, dopo cinque anni, di nuovo in italia, ben accolti da pubblico del Knotfest, ma non lasciano il segno .
Direttamente dal Texas, salgono sul paco i Nothing More, il cantante Jonny Hawkins col suo fisico statuario, pitturato di rosso e nero, scaldano bene il pubblico con un “CIAO BOLOGNA”,che risponde benissimo al loro show
Puntualissimi è il momento dei Lorna Shore. A mio avviso una delle band per cui il pubblico è arrivato fino a qui, sentendo i commenti agli ingressi, la maggior parte delle persone è venuta per loro.
Sempre impeccabili nell’esecuzione, visti alla luce del sole, onestamente il loro show ha un impatto nettamente inferiore.
Finalmente in Italia, gli I Prevail, fanno il loro debutto nel suolo italico. La formazione statunitense nata dieci anni fa a Southfield, nel Michigan, porta a Bologna il suo mix vincente di nu-metal, metalcore, pop-punk, in cui si trovano anche elementi rap e trap.
Atmosfere vichinghe ci portano gli Amon Amarth, che a mio avviso nel bill del festival, cozzano un po’. Palco solito con teschio e statue. Il tutto colorito da un “bestemmione” di Johan Hegg. Sound sempre bello pieno e carico, possono piacere o meno, ma live si fanno ascoltare molto bene da tutti.
Siamo giunti alla penultima band della giornata, i fenomenali Architects. Considerati tra gli alfieri del post-metalcore, tornano in Italia a distanza di oltre quattro anni dal loro ultimo concerto nel nostro Paese. Nonostante il caldo torrido, il pubblico si fa sentire molto bene.
Ed eccoci alla fine… telo con scritta Slipknot, esplosione e si parte di botto, con gli ideatori di questo festival.
descrivere i 9 dello Iowa dal live è veramente difficile, è un esperienza da fare una volta nella vita, sempre grandissima energia da parte di Corey e soci. L’assenza del Clown, si vede più per un discorso di presenza, che per un discorso musicale
A mio avviso la prima edizione del Knotfest in Italia è andata bene. Non c’è stata quell’affluenza che credevo, ma sarà la crisi economica, i biglietti sempre piu cari.
Volumi molto bassi durante quasi tutta la giornata, non si è capito esattamente il perché di questa scelta iniziale.
Molto carino il museo degli Slipknot, che si accedeva con un costo di 20€, maschere, chitarre , altri gadget e foto ricordo. Se fosse costato la metà, sarebbe stato un prezzo giusto, ma un vero Maggot sono sicuro che non se lo sia perso.
Setlist
Death March
Prelude 3.0
The Blister Exists
The Dying Song (Time to Sing)
Liberate
Yen
Psychosocial
The Devil in I
The Heretic Anthem
Eyeless
Wait and Bleed
Unsainted
Snuff
Purity
(515)
People = Shit
Surfacing
Encore:
Duality
Spit It Out
‘Til We Die
Ringraziamo Vertigo per l’invito.
Testo di Ivan Elmi