Da venerdì 9 giugno, è disponibile in digitale “IL VIAGGIO” (http://ada.lnk.to/ilviaggio), il nuovo album con 7 composizioni inedite della pianista ligure VERONICA RUDIAN.
Distribuito da ADA Music Italy e disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming, l’album guida l’ascoltatore idealmente in un viaggio introspettivo, attraverso i quattro elementi della natura, essenziali per la vita, con uno sguardo alla Luna, che da sempre regola i cicli vitali sulla terra e, materna, vigila da sempre sulle nostre vite. “IL VIAGGIO” racchiude un mix di vari stili, si passa dal pop alla musica celtica, dal classico fino al contemporaneo.
Questa la tracklist dell’album: “Il Cammino”, “Luna”, “Il Viaggio”, “Terra”, “Acqua”, “Aria”, “Fuoco”.
La produzione artistica è di Veronica Rudian, registrazione, mixaggio e mastering sono a cura di PPG Studio di Pierpaolo Guerrini.
Veronica Rudian si esibirà in luoghi capaci di unire l’ambiente naturale con la musica: il 16 luglio a Bordighera (Imperia), nella splendida cornice dell’anfiteatro della rotonda di S.Ampelio, e il 19 luglio a Pratovecchio Stia (Arezzo),in un suggestivo concerto al tramonto, in occasione di “Aspettando naturalmente pianoforte”.
Nata a Bordighera il 15 giugno del 1990, Veronica Rudian inizia a studiare pianoforte all’età di quattro anni. All’età di otto, viene ammessa nella prestigiosa Accademia Pianistica F. Chopin di Padova dove studia con il maestro Marian Mika. Nel 2006 si trasferisce a Varsavia per il perfezionamento delle musiche di Chopin. Nel 2007 consegue il diploma di solfeggio e di quinto anno presso il conservatorio Ghedini di Cuneo. Nel corso della sua carriera musicale Veronica ha anche ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel 2009 è stata riconosciuta dall’UNICEF a Imperia per i suoi meriti artistici, due anni dopo gli viene consegnato l’Honoris Causa da parte dell’Università della Pace di Lugano. Nello stesso anno, sempre a Lugano, vince il Premio Donna dell’Anno, tra 900 donne candidate provenienti da tutto il mondo, diventando la terza italiana a ricevere il prestigioso riconoscimento dopo l’ex tennista Lea Pericoli e la scienziata Rita Levi Montalcini. Nel 2012 e nel 2013 collabora con Donnie Herron il polistrumentista di Bob Dylan e l’anno successivo si esibisce ai Giardini del Principe a Loano. Nel 2014 si esibisce in occasione del tour teatrale “Mi hanno rimasto solo” dell’attore romano Michele La Ginestra e l’anno successivo nella rassegna teatrale su Papa Francesco dal titolo “Il primo a chiamarsi Francesco”, con il cantautore Dario Badan Bembo, Elisabetta Viviani e l’attore lombardo Franco Romeo. Lo scorso 1° gennaio partecipa alla 30ª edizione del Concerto di Natale per la Pace in Vaticano trasmesso su Canale 5 accompagnando al pianoforte la cantante Amy Lee degli Evanescence sul brano dei Beatles “Across the Universe” diretta dal Maestro Adriano Pennino. Veronica Rudian è un’artista socialmente impegnata, nel 2009 prende parte al concerto di musica classica per Haiti dell’Unicef a Bordighera, nel 2017 e 2018 si esibisce con proprie composizioni per i terremotati di Finale Emilia ed a favore della raccolta fondi per gli sfollati del Ponte Morandi e nel 2020 per la raccolta fondi Covid19 per Croce Rossa e Protezione Civile di Bordighera. La pianista ha composto anche colonne sonore, nel 2011 per il thriller “L’altro Lato” del regista toscano Giuliano Pagani e nel 2014 per il corto sulla guerra in Kosovo “La lettera” di Giuliano Pagani.
Domenica 8 ottobre sarà sul palco del MEI per presentare il suo nuovo album e in occasione dii questo evento, abbiamo scambiato due chiacchiere con lei per farci raccontare un po’ della sua storia artistica.
- Ciao, presentati al pubblico di The front row: ci dici chi sei e qual’è la tua storia artistica?
Sono Veronica Rudian, pianista e compositrice di Bordighera. Mi sono sempre sentita legata alla musica perché, fin da quando ero piccola, è sempre stata parte di me facendomi diventare le persona che sono. La musica per me è un’energia che collega tutti quanti. Da sempre mi piace aiutare gli altri.
- Raccontaci del disco “Il viaggio”…
Il titolo rappresenta un viaggio attraverso gli elementi fondamentali del nostro creato, è un invito a chi ascolta a lasciarsi guidare dalla musica e intraprendere il proprio viaggio per una riflessione personale e ad assumere la proprie responsabilità nei confronti di questa terra che è la nostra casa.
La natura è un tema che mi sta molto a cuore, per via di tutti i danni che l’uomo ha provocato in questi ultimi anni. Il viaggio è un album che nasce da un forte periodo di introspezione personale, ma con uno sguardo attento sulla realtà che ci circonda. I 7 brani del disco ci guidano idealmente in un viaggio attraverso i 4 elementi della natura che sono essenziali per la vita, con uno sguardo privilegiato alla Luna, che da sempre regola i cicli vitali e le nostre vite.
- Dalla tracklist sembra proprio essere un concept album su un ipotetico viaggio. E’ veramente così?
Si, è un viaggio immaginario attraverso la natura incontaminata e i 4 elementi naturali, con uno sguardo più attento e profondo verso la Luna.
- Cosa rappresenta per te il palco del MEI, un punto di arrivo o di partenza per altre sfide artistiche?
Il palco del MEI è un punto di partenza e sono molto onorata di salirci. Per me è importante soprattutto perché con la mia musica correi aiutare gli altri, è un fatto essenziale per me.
– Chi ti ha spronato a diventare musicista?
È tutto nato per caso, ma con il supporto dei miei genitori e dei miei nonni. Dai racconti dei miei genitori, a due anni i miei nonni mi regalarono una tastierina giocattolo. All’epoca andavano di moda gli 883, era il 1992. Un giorno i miei genitori mi sentirono intonare con la tastierina dei pezzettini di melodia della canzone “Sei un mito”. Mio papà è sempre stato un appassionato di musica, soprattutto del pianoforte, però non ha mai potuto suonare e dato che mi piaceva la musica i miei genitori decisero di portarmi in una scuola di musica locale per imparare a suonare il pianoforte. A 4 anni ho iniziato gli studi di musica classica. Devo ringraziare molto i miei genitori che mi hanno supportato in questo e i miei nonni che mi hanno regalato la tastierina, altrimenti non avrei potuto iniziare a suonare. Poi all’età di 8 anni andai a studiare all’accademia Chopin di Padova, con il maestro Marian Mika, al quale sono molto grata perché mi ha insegnato non soltanto a leggere le note ma soprattutto ad amare la musica ed a interpretarla. Dopo qualche anno ho avuto l’ispirazione di comporre: nel comporre riesco a esprimere le mie emozioni, i miei sentimenti e non soltanto quello che succede intorno a me.
A chi ti sei ispirata?
La mia musica la definirei New Age, perché ha tante influenze. Sono nata come musicista classica e i due compositori che ho studiato e amo molto sono soprattutto Chopin per il suo spirito romantico e la ricchezza delle sue soluzioni tecniche e Debussy per il Novecento. Però, ascolto di tutto, principalmente il rock.
- Che esercizi fai per migliorare la tua tecnica?
Gli studi classici sono fondamentali per migliorare la tecnica pianistica.
- Sei nervosa o fiduciosa prima di esibirti?
Sono sempre nervosa, ma è normale, perché voglio sempre dare il meglio di me.
- Fai il riscaldamento prima degli spettacoli?
Uso una pallina “antistress” abbastanza dura apposta per riscaldarmi e poi sciolgo le mani sulla tastiera.
- Hai qualche rituale prima di salire sul palco?
Si, inizio a saltellare dappertutto e giocare con la pallina.
- C’è qualcosa prima lo spettacolo che ti aiuta a mantenere la concentrazione?
Prima di ogni spettacolo canticchio ogni nota, mi aiuta a mantenere la concentrazione e a interagire con il pubblico. Dopo ogni spettacolo arriva il rilassamento totale, ma rimane sempre un po’ di emozione.
- Hai mai avuto incidenti duranti i concerti o in sala di registrazione?
No, mai. Speriamo non succeda nemmeno in futuro.
- Ricordi una performance in cui sei rimasta sorpresa della tua bravura artistica?
No, perché per me ogni concerto è sempre importante.
- Come ti trovi nell’ascoltare la tua musica?
A dire il vero non mi riascolto mai.
- C’è un tuo pezzo che ti rende particolarmente orgogliosa?
No, sono tutti pezzi con significati diversi e tutti ugualmente importanti per me.
- Cosa è cambiato il tuo stile musicale da quando hai iniziato ad oggi?
Lo stile credo che sia maturato durante gli anni e la mia crescita musicale. Essendo nata e cresciuta con gli studi classici, inizialmente i brani che componevo erano più sulla scia classica, crescendo e ascoltando vari generi musicali, il mio stile si è evoluto e arricchito, arrivando a un genere che appunto definirei New Age ma con il mio stile personale.
- Se potessi collaborare con un cantante vivo o morto chi sarebbe?
Ce ne sono almeno due: Bob Dylan e David Bowie.
- Quali sono i tuoi cinque cantanti preferiti in assoluto?
Bob Dylan, David Bowie, Motley Crue, Green Day e Achille Lauro.
Un ringraziamento particolare a Parole e Dintorni
Intervista a cura di Carlo Vergani