Un mondo sonoro malinconico e intrigante, intervista a Jessica Einaudi

Jessica Einuadi, cantante e songwriter già nota nel progetto La Blanche Alchimie, torna sulle scene musicali con “Black and Gold”, un delicato ed intimo album in uscita il 21 settembre per Overheard Records (via !K7 Label Service). Interamente scritto da Jessica Einaudi, prodotto con la collaborazione di Federico Albanese e mixato ai Vox Ton Studios di Berlino da Francesco Donadello, “Black and Gold” arriva a quattro anni di distanza da “Melt”, il disco che ha segnato il debutto solista di Jessica Einaudi dietro pseudonimo di J Moon.

Un album intimo, elegante e sognante, attraversato  in cui si parla di dolori e perdite, vittorie e sconfitte, amore ed odio, ombra e luce.Esperienze che si muovonoin uno spazio etereo, senza nome e senza tempo, ma che premiano la bellissima voce di Jessica e le sue improvvisazioni elettroniche, per un disco che suona malinconico e profondo.

In attesa di “Black and Gold” abbiamo rivolto a Jessica Einuadi qualche domanda, per assaggiare le sue sognanti alchimie musicali.

TFR: Domanda un po’ banale ma essenziale. Parlaci del tuo progetto alla luce della tua partenza dall’Italia. Insomma, A Berlino hai trovato l’ispirazione adatta, o si tratta di questioni legate al fatto che in Germania le “cose sono più semplici”?

 Jessica Einuadi: Ho sempre avuto in testa che un giorno sarei andata via dall’Italia. Da ragazzina sognavo l’Inghillterra ma poi per qualche motivo sono finita a Berlino e non me ne sono piu’ andata. Cantando anche in inglese sapevo che avrebbe avuto piu’ senso provare a fare quello che faccio altrove, dove non mi avrebbero chiesto continuamente come mai non cantassi in italiano. In ogni caso, credo che vivere all’estero dia un senso di libertà e di coraggio che in Italia mi mancavano. A Berlino ho trovato me stessa come artista e come persona.

TFR: A proposito di ispirazione, volevo chiederti dove nasce questo tuo sentimento malinconico, fatto di liriche che sembrano prendere piede da esperienze autobiografiche.

Jessica Einuadi: Dietro la mia apparente solarità sempre stata una persona un po’ inquieta e questo aspetto tendo probabilmente a rifletterlo piu’ nella musica che nella vita. A 16 anni ero in un momento veramente difficile e mia madre mi convinse a iniziare un percorso con una maestra di canto, Carola Caruso, che poi è stata la mia maestra per vari anni. La mia adolescenza è stata faticosa ma senza il canto sarei stata davvero persa.

Tante volte, per vari motivi, sono sprofondata in buchi neri e il canto e la musica mi hanno sempre tenuta a galla. In passato tendevo a nascondermi dietro metafore, invece in questo disco i testi parlano veramente di me e di come mi sento e quindi della luce e della malinconia che fanno parte di cio’ che sono.

TFR: Per quanto riguarda l’articolata composizione di “Black and Gold”, dicci come è nata la musica che c’è dietro e come si mettono insieme tanti e interessanti spunti sonori (come linee di pianoforte ed effetti elettronici minimalisti).

 Jessica Einuadi: La base della scrittura sono stati il Casiotone e l’Hammond, che sono poi i due suoni piu’ presenti nel disco. Da li insieme a Federico Albanese è iniziato un lunghissimo lavoro di produzione, provando varie strade. Alle fine abbiamo deciso di ritornare all’origine, optando per un approccio scarno e minimalista, che mettesse in risalto la voce e la melodia, inserendole in mondo sonoro malinconico e intrigante.

TFR:La vicinanza di un altro grande artista espatriato, Federico Albanese, ha reso tutto più semplice?

 Jessica Einuadi: Si sicuramente ha aiutato, soprattutto perchè Federico oltre a essere un bravissimo musicista, è molto determinato nelle scelte artistiche e nelle idee,  ed averlo avuto di esempio e di supporto è stato importante, soprattutto nei momenti in cui mi sono sconfortata perchè questo disco faticava a concludersi. La pazienza purtroppo non è una mia virtu’ ma è assolutamente necessaria in questo mestiere, come forse in tutti del resto. 

TFR: Una curiosità: come vedi la musica indipendente italiana da un altro paese europeo?

 Jessica Einuadi: Ammetto di non seguire molto la scena indie italiana e per quel poco che sento, devo dire che non ho scoperto nulla di interessante ultimamente.

TFR: Ci saranno  prossimi live in Italia? E degli altri tuoi progetti musicali, invece, sai dirci quali sono le rotte e i prossimi risvolti?

 Jessica Einuadi: Spero di si anche se non c’è ancora niente di annunciato. Posso dirvi che La Blanche Alchimie è un progetto completamente finito e al momento sono focalizzata soltanto sul mio progetto solista, anche se non escludo nuove future collaborazioni.

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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