Erica Mou, nome d’arte di Erica Musci (classe 1990), è una delle più interessanti cantautrici italiane. A diciassette anni comincia a proporre le proprie composizioni ai maggiori concorsi di canzone d’autore italiani, facendo incetta di premi. Nel 2011 pubblica l’album E’ prodotto dall’islandese Valgeir Sigurdsson per l’etichetta Sugar di Caterina Caselli. Il disco contiene anche la cover di Don’t stop, colonna sonora dello spot istituzionale Eni. Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo nella sezione giovani vincendo il premio della critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv con la sua composizione Nella vasca da bagno del tempo (arrangiata da Davide Rossi) che le vale anche il Premio Lunezia per il miglior testo. A soli 25 anni la musicista pugliese ha già all’attivo un’intensissima attività live (in Italia ma anche in Brasile, Stati Uniti, Ungheria, Inghilterra, Germania, Belgio, Francia). Contro le onde, il suo ultimo disco, vede la produzione artistica di Boosta e contiene Dove cadono i fulmini, brano scelto da Rocco Papaleo per la colonna sonora del suo ultimo film, Una piccola impresa meridionale. Il brano viene candidato al David di Donatello 2014 nella categoria Migliore Canzone Originale. In autunno 2015 uscirà il nuovo atteso disco Tienimi il posto, con la distribuzione di Artist First, anticipato dal singolo Ho scelto te.
In vista del suo concerto di Barolo, nell’ambito del Festival Collisioni, l’abbiamo intervistata. Ecco le sue parole.
Ciao Erica, non è la prima volta che ci sentiamo. 4 anni fa, quando stavi salendo sul palco degli Mtv Days di Torino, scambiammo alcune battute. Cosa è cambiato da allora?
«E’ cambiato tantissimo a livello professionale Avevo 21 anni ed ora ne ho 25. In mezzo ci sono due dischi, ma anche tante esperienze musicali. Io mi sento cresciuta da allora, ma mi tengo strette le cose che sono successe’.
Pochi mesi più tardi è arrivato anche Sanremo: con il senno di poi, non pensi che la tua partecipazione, seppure di successo, sia stata prematura?
«Penso che tutte le cose, con il passare del tempo, vengano giudicate premature. Con il senno di poi, sono sicura che avrei potuto fare di meglio. Ma il ragionamento, fatto in questo modo non funziona, perché si rischierebbe di non fare nulla, in attesa di maturare. Sanremo 2012 è arrivato dopo un’intensa attività live, su palchi più o meno piccoli. Nel mio back-ground avevo una storia da raccontare e l’ho portata all’Ariston. Chiaro che oggi ci sarebbe una storia un po’ più lunga. Diciamo che in quel momento andava bene così».
Caterina Caselli è stata il tuo pigmalione. Cosa ti ha regalato a livello artistico?
«I cinque anni trascorsi con lei sono stati fondamentali, anche perché sono coincisi con la mia crescita. Il lasso di tempo dai 19 ai 24 anni sono un’eternità per un giovane. Cambia il modo di ragionare. Sono stati anni pieni e lei mi ha dato la possibilità di esprimermi, ha creduto in me e per questo le sarò sempre grata. In questo periodo avevo bisogno di altro. Nel nuovo disco che uscirà a settembre, si vedranno i frutti di questa maggiore libertà artistica. Non che prima non fossi libera, intendiamoci, semplicemente oggi ho preso le decisioni in modo autonomo. Ho scelto io i testi, i musicisti che mi accompagnano. In poche parole mi sono assunta le responsabilità. In questa fase sono supportata dall’etichetta discografica Auand, con cui avevo inciso i miei lavori prima di conoscere Caterina. La distribuzione, invece, è curata Artisti First, una struttura consolidata, che crede molto in questo progetto.
Parliamo allora di questo nuovo disco che uscirà a settembre: conterrà novità musicali?
«Credo proprio di sì. Non dimentico certamente quello che sono, ma proporrò qualche novità. Ho tentato di fare una sintesi, tra la mia natura più pura che posa le sue radici nell’acustica e l’elettronica. A livello di scrittura c’è una grande novità. Sono successe tante cose nella mia vita: sono crollate alcune certezze ed ho provato esperienze nuove, che emergono chiaramente nei testi».
In passato ti sei avvalsa di collaborazioni, quali per esempio quella del Subsonica, Boosta. Chi hai scelto questa volta?
«In questo disco non c’è una figura di produttore artistico, come era avvenuto nei vecchi lavori. Questa volta il produttore sono io. Insieme a me hanno lavorato i musicisti, che sono al mio fianco da un po’ di tempo. Una collaborazione, in realtà c’è e mi riferisco a Davide Rossi, che era stato l’arrangiatore de Nella vasca da bagno del tempo, il brano che portai a Sanremo. Lui è particolarmente bravo con gli strumenti ad arco e lo ritengo un’eccellenza della musica italiana. E’ stato collaboratore con i Coldplay, Golfrapp, Verve, insomma ha fatto tantissime cose in giro per il mondo. E’ un onore che abbia deciso di seguirmi in questa avventura».
Tra pochi giorni sarai sul palco di Collisioni. Così ti aspetti da una platea così importante?
«L’abitudine al palco non ci sarà mai, così come non si finisce mai di imparare. Ogni platea è diversa e questa volta già so che dovrò esibirmi davanti a gente con il palato buono, visto che sarà lì per ascoltare Passenger e Paolo Nutini, che saliranno sul palco dopo di me. Mi aspetto di avere davanti gente a cui piace la buona musica e pertanto molto esigente. Per me non cambierà nulla. Che il palco sia piccolo o grande, io cercherò di salire scanzonata e portare la mia professionalità».
Da un palco all’altro, ritorniamo a Sanremo. Se arrivasse la chiamata risponderesti “presente”?
«Se Sanremo chiama io rispondo, ci mancherebbe. Io valuto tutte le opportunità. E’ un’esperienza che vorrei ripetere, perché oggi sicuramente sarei più pronta».
Intervista a cura di Vincenzo Nicolello.
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