CATERINA (Cropelli)
Classe 1996, cantautrice trentina di Cles, giovane talento della musica italiana che dopo l’esperienza a X-Factor 2016 (Fedez l’aveva scelta per la sua squadra, le “Under Donne”) ha conquistato le principali playlist di Spotify superando i 3 milioni di stream.
Forte da sempre di un’intensa attività live, che l’ha portata a realizzare importanti aperture per artisti come Max Gazzè, Carmen Consoli, Irene Grandi, Simone Cristicchi e molti altri.
Attualmente Caterina sta proponendo live in tutta Italia il suo secondo disco: “In queste stanze piene” (uscito a Novembre 2022 per Fiabamusic / distr. Ada Music Italy).
The Front Row ha incontrato Caterina per una chiacchierata a cavallo fra POP, spensieratezza e simpatia.
- Ciao Caterina e benvenuta su the front row. Come prima cosa presentaci anche la formazione della tua band e da dove vieni/venite.
Ciao The Front Row! Io sono Caterina, scrivo canzoni e attualmente vado anche in giro a suonarle. In alcune occasioni da sola, ma più spesso con la mia band composta da musicisti scelti rigorosamente simpatici! Al basso abbiamo Francesco, e alla batteria suo fratello, Loris Dallago. Alla chitarra elettrica abbiamo Alessandro Biasi, bresciano ma d’adozione trentina. Viviamo tutti a Trento, trotterellando.
2. Raccontaci un pò della tua storia, attraverso i passi per te più importanti. Come è stata l’esperienza a XFactor?
Ho iniziato a suonare live nei locali a quindici anni, con la mia chitarra in braccio ho sempre trovato il coraggio, la voglia di suonare era più forte della mia timidezza. Penso di essermi fatta una buona gavetta, oltre a suonare da sola ho fatto anche da corista per un gruppo che ora non esiste più, le situazioni sono state molte e differenti, veramente una buona scuola per me. Poi, a vent’anni, mi sono ritrovata su un palco come quello di XFactor ed è stato molto impattante. Si tratta comunque di televisione, per me una dimensione emotivamente impegnativa, ma anche un’esperienza unica di cui fare tesoro.
3. Immagina di presentarti a chi non ti conosce: descrivici il tuo sound e a quali gruppi e generi ti ispiri maggiormente. Tralasciando il solito discorso “non mi piace essere catalogata in un genere preciso“, in quale movimento/genere ti collocheresti?
Da ragazzina ho sempre avuto questo amore per il blues, il soul, il funk, per la black music in generale, ma anche per il Rock. La mia anima nonostante tutti questi grandi amori resta comunque POP. Quindi mi ispiro a tutto ma poi quello che ne esce è un cantautorato indie italiano “poppeggiante”.
4. Raccontaci del tuo nuovo album, descrivici l’ultimo lavoro che hai realizzato e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle tue canzoni.
Il mio nuovo album si chiama “In Queste Stanze Piene” , sono undici tracce che parlano di vissuto personale, emozioni e sentimenti che avevano bisogno di un posto. E dove meglio di una casa? Una casa piena. Io spero tanto che chi ascolta/ascolterà queste canzoni possa ritrovarcisi, che possano essere un rifugio, perchè ci sono dentro un sacco di fragilità umane, ma anche la voglia di spingersi sempre verso la vita.
5. Ora parliamo della tua discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che hai mai registrato, cosa hai inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo hai avuto?
La prima cosa in assoluto che ho registrato è stata una cover di “Toxic” di Britney Spears e avevo sedici? Forse quindici anni, mi fa molto ridere e tenerezza a ripensarci.
Le incisioni sono state molte, tante cose sono state buttate, la mia voce poi è cambiata nel tempo. Diciamo che in questi due dischi che sono usciti nell’arco di questi tre anni vi è ciò che sentivo essere il meglio.
Che bella questa domanda delle esperienze dal vivo, perchè mi fa pensare che ne ho perso il conto… e che il conto non l’ho mai tenuto! Un giorno mi metterò li, provando a recuperare la maggior parte delle date, ma questo giorno non è oggi 🙂
6. Quale tua canzone consiglieresti a chi non ti ha mai sentito?
Allora, come prima canzone un pò più leggera andrei con “Duemilacredici” che tutto sommato mi ha portato molta fortuna, poi non è che parla di cose leggere ma almeno il sound lo è. Poi sicuramente direi “Quando” che per me se la gioca con Duemilacredici e poi “La vita davanti” per chi è pronto a qualcosa di malinconicamente profondo. E poi tutto il resto, perchè comunque alla fine una cosa che mi piace molto è che quando incontro le persone che ascoltano le mie canzoni ognuno ha la sua preferita, che non è per forza la canzone con gli stream. Bello!
7. Qual è finora il momento più bello e/o importante come cantautrice?
Ci sono stati molti momenti che ricordo con tanto affetto. Lo scambio con le persone che ti ascoltano per me è sempre qualcosa di unico e ogni esperienza ha un sapore tutto suo. Avere di fronte qualcuno che canta, assieme a te mi sembra una magia. Spero che questa magia possa ingrandirsi sempre di più. Quindi posso dire che finora è stato tutto molto bello, ma come si dice, forse il meglio deve ancora venire? 🙂
8.Usi qualche metodo per assemblare tutte le idee che ti passano per la testa?
Purtroppo ho zero metodo, viaggio nel disordinato nulla cosmico, sto nel vuoto. Poi capita in mente una frase, una parola e mi ci aggrappo e di li esce sempre qualcosa.
9. Parlaci un po’ dei tuoi testi: quali sono gli argomenti che preferisci trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
Attingo sempre ad esperienze mie personali, perchè ho bisogno che ci sia una certa verità nelle mie parole e quindi mi appoggio a quello che conosco e che vivo. Non ho una tematica in particolare, come sempre l’amore sicuramente è il soggetto più gettonato ma come spesso dico alla fine su parla della stessa cosa ma ognuno ha da dire la propria, che non è mai uguale. Però non parlo per forza solo di amore. Non ho un argomento preferito perché quando mi metto davanti ad un foglio bianco cerco di capire che cosa mi passa per la testa oggi. Scrivo in italiano perchè con l’inglese non sono per niente pratica, anche se la mia voce sonoricamente suona bene sull’inglese.
10. Quant’è importante per te e per la tua Band l’attività live e quant’è determinante secondo te la presenza scenica e perchè?
Per me, come dicevo prima, l’attività live è fondamentale proprio per il potenziale scambio emotivo che ci può essere, se si crea la giusta situazione. La presenza scenica se poi non trasmetti nulla credo che conti poco. Ma non lo so, è una domanda più grande di me. Credo che in un mondo in cui è tutto un mostrare sui social forse la gente ha voglia di verità, di qualcosa di genuino.
11. Quanto conta secondo te il look di una band al giorno d’oggi? Hai un tuo “dress code” oppure sali sul palco come capita?
Sicuramente è un mio problema, e qui torniamo alla presenza scenica. Il “dress code” è un qualcosa che fa parte dello show e a cui io non do importanza, ammetto. Potrei impegnarmi di più. Il più delle volte succede che mi porto un cambio per stare sul palco ma alla fine resto con i vestiti con cui sono partita da casa. Moltissime volte penso “vabbè ora che ti sei fatta carina però devi anche spaccare sul palco se no a che serve avere un vestito carino se poi non lasci qualcosa?”. Diciamo che c’è molto margine di miglioramento a riguardo, ma alla fine salgo sempre sul palco come mi sento di salire in quel momento, e sono sempre io.
12. Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un tuo/vostro show?
Siamo dei ragazzi molto simpatici 🙂
13. Un tuo parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicassi quali sono secondo te i migliori gruppi italiani del momento.
Domanda da un milione… non so rispondere. Credo che si ci sia molto affollamento si ma rispetto ad artisti di qualche anno fa c’è anche la fatica del fare qualcosa che rimanga. Un mondo usa e getta, e un po’ questo succede anche con le canzoni. Questa una mia impressione personale, ma come dicevo prima non ho una risposta.
Domanda da un milione… non so rispondere. Credo che si ci sia molto affollamento si ma rispetto ad artisti di qualche anno fa c’è anche la fatica del fare qualcosa che rimanga. Un mondo usa e getta, e un po’ questo succede anche con le canzoni. Questa una mia impressione personale, ma come dicevo prima non ho una risposta.
Un artista italiano che mi piace molto è Fulminacci, così, il primo che mi viene di getto.
14. Meglio uscire per un’etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l’intera gestione in stile D.I.Y. e perchè?
Qui andiamo proprio di domande facili 🙂 Non ne ho idea, nel mio percorso sono stata molto fortunata, ho bussato alla porta della mia etichetta Fiabamusic quando ancora non avevo scritto un pezzo, ho incontrato una persona che mi ha dato fiducia, ci siamo dati fiducia e sono usciti due dischi e io ci ho guadagnato in una famiglia nuova, persone che mi vogliono bene e che mi fanno sentire a casa.
Qui andiamo proprio di domande facili 🙂 Non ne ho idea, nel mio percorso sono stata molto fortunata, ho bussato alla porta della mia etichetta Fiabamusic quando ancora non avevo scritto un pezzo, ho incontrato una persona che mi ha dato fiducia, ci siamo dati fiducia e sono usciti due dischi e io ci ho guadagnato in una famiglia nuova, persone che mi vogliono bene e che mi fanno sentire a casa.
15.Quanto ti hanno aiutato i social network a farti conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un Artista o un Gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i tuoi contatti sui social network?
I social sono stati di grande aiuto, in molti mi dicono “ti ho conosciuta perchè ho visto un tuo video su Instagram”. Credo che se usati bene possano essere una risorsa. Io cerco di usarli come mezzo di comunicazione che tenga anche in connessione, quindi se stai leggendo questa intervista e vuoi farmi sapere cosa ne pensi scrivimi 🙂 Mi trovi su Facebook e Instagram come Caterina Cropelli e di solito rispondo sempre ma ogni tanto qualche messaggio me lo perdo.
16. Se, fantasticando, potessi scegliere un producer con il quale lavorare, chi sceglieresti?
Non ho grandi fantasie su questo, quello che cerco sempre è trovare una situazione in cui io mi senta a mio agio, dove capisco che c’è un interesse da parte di chi produce, c’è della passione verso il progetto, perchè mi è capitato anche di lavorare con chi non ci credeva al mio stesso modo e allora poi mi dispiace per entrambi, insomma il compitino non porta da nessuna parte. Per me è più importante il rapporto umano con cui poi una volta trovata l’affinità, costruire qualcosa.
Non ho grandi fantasie su questo, quello che cerco sempre è trovare una situazione in cui io mi senta a mio agio, dove capisco che c’è un interesse da parte di chi produce, c’è della passione verso il progetto, perchè mi è capitato anche di lavorare con chi non ci credeva al mio stesso modo e allora poi mi dispiace per entrambi, insomma il compitino non porta da nessuna parte. Per me è più importante il rapporto umano con cui poi una volta trovata l’affinità, costruire qualcosa.
17. E con quale musicista/gruppo realizzeresti invece una canzone (o un remix) assieme? Magari anche uno di quelli a cui hai aperto i live
Tra quelli a cui ho aperto i live ci sono sicuramente Max Gazzè e Fulminacci.
18. Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali ti ispiri di più per il genere che fai. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che ti hanno cambiato la vita, anche di tutt’altro genere. Quali sono i tuoi gruppi o cantanti preferiti e quali ti hanno spinto a voler diventare musicista/cantautrice?
Ahia, sono gli stessi della domanda 3, da loro mi ispiro sempre per scrivere e farmi contaminare, solo che poi il mio google traduttore interno tramuta tutto in pop.
Ahia, sono gli stessi della domanda 3, da loro mi ispiro sempre per scrivere e farmi contaminare, solo che poi il mio google traduttore interno tramuta tutto in pop.
19. Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Non si dice 🙂
20. Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
Tedeschi Trucks Band – Made Up Mind
Tedeschi Trucks Band – Made Up Mind
21. Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Il padrone della festa (live) – Fabi, Gazzè, Silvestri è un album che mi sono mangiata.
Il padrone della festa (live) – Fabi, Gazzè, Silvestri è un album che mi sono mangiata.
Posso dire… qui mi viene da consigliare anche inshallah – Anansi, un album uscito un po’ di anni fa che secondo me non è stato capito perchè aveva anticipato i tempi, mentre oggi in molti inseguono questo mood.
22. Album (o gruppo) in cui avresti voluto suonare
Avrei voluto suonare in “it.pop” di Alex Britti, quei pezzi in cui c’è questa chitarra acustica che mi piace un sacco, solo che dovrei anche saper suonare come lui.
Avrei voluto suonare in “it.pop” di Alex Britti, quei pezzi in cui c’è questa chitarra acustica che mi piace un sacco, solo che dovrei anche saper suonare come lui.
23. Ultimo album (o gruppo) ascoltato
worm food di Cavetown
24. Ultima cosa: lascia un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarti.
Ho un grande talento nel sapermi vendere malissimo, abbiate pietà, sono tutto sommato socievole e potrebbe essere che le mie canzoni ti piacciano. Parlano di disagi, amori, malinconie e gioie e poi dai, se mi vieni a sentire live ci guardiamo negli occhi e ci capiamo al volo.. a cosa servono tutte queste parole? Ciao 🙂
……Grazie Caterina e a presto per altri momenti live 😉
Intervista a cura di Stefanino Benni
Foto copertina a cura di Stefanino Benni
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