Artista: Germanò
Titolo: Per cercare il ritmo
Etichetta: Bomba Dischi
Alex Germanò, mi dicono sia nato a Trastevere e cresciuto a Monteverde Vecchio, per poi fare avanti e in dietro una dozzina di volte in Australia per via della doppia cittadinanza (Non Pellegrino e la sua Australia sono stati avvisati). Un sognatore e un viaggiatore che si fondono in un dolce e delicato album di sentimenti gettati allo scoperto, dal titolo semplice semplice, Per cercare il ritmo, ma dagli effetti pop rock molto interessanti.
Bomba Dischi si conferma avanguardia nella scoperta di nuovi talenti, anche se Germanò lo conoscevano anche per le note messe in piedi con i “Jacqueries” e per aver formato l’alt rock degli “Alpinismo”.
Tra pop rock e frasi ricercate, da subito Germanò ci ricorda quanto è bella la melodia solare e la voglia di amicizia in L’automobile che corre, in parte anche ricordo malinconico che ha in sé le note di un altro figlio della capitale, Riccardo Sinigallia di Io e Franchino. In realtà Germanò affronta qui il ricordo con verve e ritmo, sempre accompagnato dalla sua capacità di cambiare abilmente tono e forma alla canzone.
Personalmente, il pezzo più gradevole è quello della narrazione amorosa di Grace, canzone in cui mi tornano in mente i Perturbazione e una certa idea pop che è in questo caso aiutata da batteria e piano, sempre al servizio di una scrittura molto fantasiosa e gaudente (su tutti gli occhi tuoi e i fari accesi su di me”, sono romantico oggi).
Tra i sentimenti di amanti che si rincontrano al bar (San Cosimato), Germanò ci conduce poi in una cavalcata jungle pop che ha anche effetti elettronici, insieme al piano che cambia tono rispetto ai tracciati di Mezzanotte Meno, in cui il Giovanni Truppi solo è riformato con maggiore melodia.
E chissà che nella filastrocca di Carabiniere non ci sia anche un chiaro invito a trasgredire, cantata con un ritornello affascinante, un po’ come per tutta la musica messa insieme da questo poeta metà romano/australiano, metà cittadino della penisola che da tempo sforna paladini di genialità pop, come il compagno di scuderia Calcutta che in Dario viene un po’ allo scoperto nella sua parte piè malinconica.
Testo a cura di Andrea Alesse
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