Autore: Espana Circo Este
Album: Scienze della maleducazione
Etichetta: Garrincha dischi
Sono tornati i pazzi ritmi tango punk, sono tornati gli Espana Circo Este (Ece). Esce infatti per Garrincha dischi Scienze della maleducazione, altra carrellata di patchanka divertente e danzereccia sull’asse Buenos Aires – Forlì. Pronti dunque a stappare bottiglie di vino e ballare sino allo sfinimento, in un concept album dedicato alla gloria dell’imperfetta maleducazione, unica via per raggiungere la bellezza e contrastare l’apatia.
Il metodo è sempre lo stesso del primo album: cumbia, ritmi latini, Tonino Carotone e atteggiamento gipsy. Un lavoro che continua così spinto dai numerosi concerti che, manco a dirlo, hanno visto gli Ece accompagnare Gogol Bordello e Manu Chao, mentre il latin pop punk riempie il vuoto lasciato dagli Ska-p e le produzioni si fanno internazionali, con album in uscita in mezza Europa.
E allora si balla. Subito. Lo stomaco e il bullone offre infatti il gusto danzereccio con violino sguaiato e cori gaudenti, per una dichiarazione di guerra musicale fatta a colpi di magliette stracciate e tarde nottate.
Il dualismo linguistico italo spagnolo detta ritmi latini in Mal education, con riflessi di pure schitarrate sudamericane. Un po’ di Capossella non guasta nella docile Dammi un beso, ma è poi Gabriel a ristabilire la tensione ballabile. Elettricità di chitarra nella prima parte, che poi divengono materia dub reggae nel pezzo cantato con Teta Mona, pronto per far innamorare giovani ai loro concerti, che per gli Ece non passano mai inosservati.
La provenienza argentina marchia poi a fuoco la fisarmonica e il calore di Tango kg, in cui la marcia fa alzare le gonne lunghe e imbarca divertimento assicurato, con back vocals erotica e ritornello giusto.
Qualche tratto mi ricorda i fasti dei Modena City Ramblers, vedi la calibrata verve di Santa Maria, canzone figlia della fisarmonica veloce e del sapore tradizionale latino. Non passa inosservata neanche la volontà di Cara Vaticana, altro episodio che fa gettare sudore al grido di Miseria, Miseria. Anche se il ritmo è sempre quello, con confusione positiva e attimi di istrioniche percussioni, non si riesce chiaramente a star fermi.
E allora, è giunto il momento, gettiamoci nella mischia tango-punk.
Testo a cura di Andrea Alesse