Autrice: Elisa Erin Bonomo
Album: Antifragile
Booking: 3parentesi
Quando il robusto subisce e resiste, l’antifragile patisce gli eventi, li comprende, e migliora poi se stesso. Una logica filosofica che dà il titolo al secondo album solista di Elisa Erin Bonomo. Una personalità poliedrica che si definisce antiaccademica e che ha un passato da speaker radiofonica e scrittrice di testi teatrali. Questa è Elisa, musicalmente viva già in giovanissima età e componente del gruppo folk acoustic La cantina dei Bardi, scioltosi nel 2016. E allora, cosa fare di meglio se non imbracciare una chitarra e comporre un album maturo e solido nella scrittura, diffondendo così il verbo della vulnerabilità costruttiva?
Antifragile viene quindi alla luce su precise linee autobiografiche, in simbiosi con una voce potente e decisa che Elisa usa per far fronte alle intemperie della vita. Resistenza e quotidiana vita sociale fatta di appartamenti lasciati vuoti, cantati con animo indie pop e soft rock. Chitarre acustiche ed elettriche che si alternano su di una forma melodica che la cantautrice veneziana rende viva anche con ironia e sfrontatezza. Dentro le dodici composizioni l’amore ha chiaramente il suo peso, sia quello utopistico di Ancora, sia quello finito male o scoppiato di Fango o Le coppie, assaporato con una voce che sa anche usare falsetti slang delicati alla Marie And The Sun. Il punto di riferimento è comunque Parole al vento, dove giganteggiano risentimenti e voglia di intensità amorosa.
Ma in Antifragile c’è anche l’attualità della violenza di Scampo, dove lo scampo, in dialetto veneto scappare, è la metafora del coraggio di chi imbraccia il figlio e gira le spalle alla vile violenza del compagno. Dietro Renzo e Lucia si annidano invece dei riferimenti cinematografici, gli stessi che richiamano l’immenso Ecce Bombo di Moretti citato in Meteora, un brano dedicato a chi passa e lascia tracce profonde. A tratti la voce di Elisa Erin Bonomo mi ricorda la profondità del timbro vocale di Cara, altra giovane cantautrice che come lei sceglie di uscire allo scoperto. Urgenza di comunicare, quindi, anche attraverso le similitudini di Puttana, canzone in realtà dedicata ad un uomo e associata ad un temperamento blues.
Al termine dell’ascolto, quello che più mi rimane in testa di Elisa è il coraggio, dimostrato anche nella scelta esclusiva dell’italiano, dopo l’inglese di Once in a blue Moon del 2007. Dopo averla sostenuta con il crowdfunding, continuano a credere in lei.
Testo a cura di Andrea Alesse