Dopo i trionfali appuntamenti a Taormina, Roma, Verona e Firenze, i Duran Duran tornano a Milano per chiudere il mini-tour italiano. L’occasione è quella del Market Sound, dove la band composta da Simon Le Bon (voce), John Taylor (basso), Nick Rhodes (tastiere), Roger Taylor (batteria) e Dominic Brown (chitarra) ha presentato al pubblico accorso in massa per questa data nel capoluogo lombardo l’ultima fatica discografica, l’album Paper Gods.
Sul palco, oltre ai brani del convincente Paper Gods, ovviamente non sono mancati i classici della loro carriera da The Wild Boys a Save A Prayer, passando per The Reflex, Ordinary World, Rio e Notorius, giusto per citarne alcuni. La band appare oggi più in forma che mai, nonostante abbia sulle spalle mesi e mesi passati in tour per tutto il mondo: i quattro inglesi hanno ancora voglia di scherzare con il pubblico, ma soprattutto di fare buona musica, regalando uno spettacolo coinvolgente.
La scaletta è stata sapientemente costruita, in modo che i pezzi più nuovi e (forse) meno conosciuti, si alternino alle hit storiche, in modo che l’elettricità con il pubblico – assolutamente variegato per età e genere – non si spegnesse.
Non è mancato, come è stato per le date precedenti, un omaggio al compianto David Bowie, che i Duran Duran hanno voluto ricordare presentando una particolare rivisitazione di Space Oddity, uno dei suoi pezzi più amati.
Insomma, nonostante siano passati circa quarant’anni dalla prima volta che questi ragazzi hanno calcato il palco, l’energia che traspare dai loro concerti è rimasta immutata, con una freschezza che fa invidia agli artisti esordienti e non per niente hanno venduto oltre 80 milioni di dischi.
Ma riportiamo qualche impressione a caldo dell’amico Aurelio Heyrace: < Per me, dei tre concerti visti, quello di Milano è stato il migliore. Verona bello ma rovinato dalla pioggia mentre a Firenze c’erano evidenti problemi di suono ed il pubblico è stato un po’ freddino. La scaletta è rimasta immutata per tutti i concerti, anche per quelli non visti di Taormina e Roma….Sulla coda di Planet Earth il ritmo rallenta e partono prima le immagini di una stazione orbitante e due astronauti e poi le immagini vengono sostituite da una foto di David Bowie ….e Planet Earth diventa Space Oddity …per poi riprendere brevemente il ritmo di Planet Earth e concludersi… A Verona c’è stato il fuori programma degli auguri a Nick Rhodes con tanto di torta di compleanno ed un tenore che ha cantato Happy Birthday. Comunque x me, come valore aggiunto, ci sono state le duraniane. Molte mie amiche hanno seguito 2 o più date del tour. Rivedere queste persone, molte ultra40enni lasciare i figli a casa con il marito o i nonni ed entusiasmarsi sotto il palco come 30 anni fa è stato impagabile. Come ho scritto sono veramente ” Wild…girls”>
E ora un’altra impressione a caldo dell’amico Alessio Da Ronche: <“Ciao Italia”. Questo é stato il Leit Motiv della settimana lanciato dal palco delle 5 città toccate dai Duran Duran durante il loro Paper Gods Tour. Ho percorso l’Italia dalla Sicilia alla Lombardia e lo show di Taormina con la cornice dell’Antico Teatro Greco rimarrà indelebile nella mia memoria. La setlist durante questo tour non é mai mutata dando alle serate un sapore da Greatest Hits più che da lancio (o rilancio) dell’ultimo lavoro in studio della band. Le highlights sono state il medley di Planet Earth con Space Oddity (con tanto di omaggio scenico a Bowie) e la tradizionale “luminaria” in Save a Prayer dove le emozioni nel pubblico sono palpabili. Grazie ai Duran, grazie al notevole riscontro del pubblico che anche a distanza di 29 anni dai primi concerti italiani continua a seguirli e ad amarli come il primo giorno. D’altra parte, il Primo Amore non si scorda mai>
Ad aprire la serata a ritmi dark pop le ucraine Bloom Twins
Nel ringraziare Live Nation per il gentile invito, vi lasciamo agli scatti della serata a cura di Stefanino Benni:
DURAN DURAN
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BLOOM TWINS
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