La recensione di Drones – Muse

Artista: Muse
Titolo: Drones
Uscita: 8 Giugno 2015
Etichetta: Helium/Warner
Singoli: Dead Inside / Mercy

Muse-Drones-cover

Ancora una volta, l’attenzione dei Muse di Matt Bellamy si volta verso il mondo d’oggi, visto attraverso gli occhi di un soldato addestrato per essere una macchina per uccidere, totalmente plagiato e disilluso dalla brutalità della guerra, senza la possibilità di ribellione. Drones è un vero e proprio concept-album che segue la linea già intrapresa con The Resistance e The 2nd Law. Una continuità rispetto ai temi trattati, ma sempre in evoluzione. Perchè se c’è una cosa che i Muse non hanno paura di fare è sperimentare, e già ce lo avevano dimostrato in passato.

A dirla tutta, le due tracce pubblicate in anticipo – Dead Inside e Psycho – ci avevano portato fuori strada. Se la prima ricorda molto il sound del precedente disco tra falsetti, chitarre rock mescolate all’elettronica, la seconda oltre al chiaro riferimento a Full Metal Jacket, rimanda anche ad un sound alla Depeche Mode.

Il nuovo singolo invece, Mercy, è molto più melodico, sicuramente immediato ed anche un po’ pop (eh si, strizza l’occhio al sound degli U2). Grande energia e chitarre assolutamente rock dominano in Reapers e The Handler. Colpisce molto la tematica trattata in quest’ultima, il controllo mentale: qui il protagonista, dopo essere stato indottrinato, riesce a ribellarsi. Il trionfo creativo in Revolt è caratterizzato da una serie di riff monumentali, probabilmente uno dei migliori momenti del disco.
Degne di nota sono anche l’intensa ballad Aftermath, dall’impronta prog-rock, e l’epica The Globalist, un pezzo strutturato che sembra non mancare mai negli ultimi dischi della band. Chiude la tracklist la corale Drones.

In conclusione, Drones appare come uno degli album tematicamente più impegnati per la band con un filo conduttore che lega ogni pezzo all’altro. Come tutti i dischi dei Muse probabilmente non lo si riesce ad apprezzare sin dal primo ascolto, ma la percezione migliora ogni volta che il disco gira nello stereo. Un album che si lascia ascoltare, dalla prima all’ultima traccia, avventurandoci in questo viaggio nell’inconscio umano e che è la prova che questa band non ha ancora finito la sua evoluzione.

Tracklist:
1. Dead Inside
2. [Drill Sergeant]
3. Psycho
4. Mercy
5. Reapers
6. The Handler
7. [JFK]
8. Defector
9. Revolt
10. Aftermath
11. The Globalist
12. Drones

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