Disco della settimana: BAD RELIGION con “Age of Unreason”

BAD RELIGION

Age of Unreason

Epitaph Records

 

Inossidabili, intramontabili e decisi come allora.

Ritorno in grande stile per i padroni dell’hc melodico mondiale. Bad Religion che calpestano la nostra aera e si mimetizzano tra i giovani di Zuccotti Park e Occupy Wall Street, dimostrando accanimento riottoso e pratiche di vera resistenza musicale.

L’età dell’oro trumpista come età dell’irragionevolezza, scandita da un nuovo lavoro in cui Brett Gurewitz e soci sono pronti a metterci la faccia e il cuore, con l’invito a prendere parte ai cori di Lose your Head e a ragionare sui passi felpati di brani old school come Sanity e End of History. Prendiamo le vans e la testa tagliata della statua neoclassica (copertina dee disco e simbolo della staticità malefica a mio vedere) per scendere in strada con l’attualità dei sempreverdi Bad Religion.

Una band che taglia a fette la scena americana e la fa sua, ragionando sulla falsità della politica in un brano come Candidate, calandosi in una perfetta fede musicale di sorta du amici di Billy Bragg del movimento hc.

Age of Unreason, 14 tracce da gustare, non è il loro testamento, ma un lamento della loro tenacia, energico (Big Black Dog) e metaforico, ma sempre anti-sistema. Qualità e sentimento, non certo un passaggio a vuoto.

Lunga vita ai sostenitori del divieto con la croce.

 

 

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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