Intervista a Dilo, ecco i suoi dettagli cromatici

Avevamo recensito Dilo  e il suo Ep Dettagli Cromatici tempo fa (QUI il link). Un autore concreto che risponde al nome di Corrado de Lorenzo, dietro al quale si celano emozioni e composizioni di alto cantautorato. L’esperienza e la rappresentazione di sé mischiati con la capacità e il cantautorato, eccolo Dilo, ed ecco le sue risposte alla nostra breve intervista.

The Front Row: banale ma sincera prima domanda: chi è Dilo e come viene fuori la sua voglia di raccontare Dettagli Cromatici?
Dilo: Dilo è un uomo che ha faticato a trovare la propria voce e, dopo un percorso di vita non lineare, si è trovato per le mani – in età più che matura – un pugno di canzoni, che finalmente non raccontavano bugie e non volevano piacere a tutti i costi. E quindi degne di essere pubblicate e condivise.

The Front Row: le leggi dell’economia (sappiamo che te ne intendi) governano il mondo, cosa governa la voglia di suonare con passione di un cantautore come te?

Dilo: La passione non ha governo. È totalmente irrazionale e fine a sé stessa. Sono stato folgorato, a sette anni, dalla collection doppia rossa dei Beatles. Da allora la musica non mi ha più lasciato. È una piacevole ossessione che mi accompagna sempre. Non scrivo canzoni per una ragione precisa, ma perché mi viene così. Non mi è mai capitato di dire “ora scrivo una canzone”. Succede invece che – quando ne ho voglia – strimpello (soprattutto la mattina) la mia chitarra acustica e, solo a volte, mi esce un’idea melodica. Ho smesso di chiedermi perché succede e perché posso stare mesi a fissare la mia chitarra sul cavalletto, senza aver voglia di toccarla. Quando non suono, però ascolto. Sono onnivoro. Ascolto i generi più disparati ma poche canzoni mi toccano profondamente. Quando succede, ascolto e riascolto lo stesso pezzo a loop; da vero ossessivo quale sono. Non posso fare a meno del miracolo di una canzone che ti porta via.

The Front Row: Dettagli Cromatici ci ha appassionato per la leggerezza e il suo tormento. La dicotomia come arma, oppure sei veramente un uomo dalle doppie sensazioni?
Dilo: Sono decisamente un uomo doppio: leggero e tormentato. Amo la vita, ma mi dispero di non viverla appieno. Mi angoscio per il declino e la crisi del mio paese e mi emoziono subito dopo, come un adolescente, per un paio d’occhi di ragazza o due gambette bianche (condivido con Flaubert – e pochi altri – la passione per il pallore femmineo). Sono un superficiale profondo. Ho paura. Ma stempero le mie paure con l’ironia e con tanta autoironia. Non riesco proprio a prendermi sul serio.

The Front Row: quali sono i tuoi nuovi progetti dopo l’Ep?
Dilo: A metà ottobre tornerò in studio per registrare il disco intero, con Riccardo Parravicini, che ha lavorato con tanti nomi importanti (Niccolo Fabi, Silvestri, Gazzè, Marlene Kuntz ecc) . Ho una decina di brani pronti per la registrazione ed ho una band eccezionale ed affiatata. Abbiamo disperatamente voglia di fare qualcosa di bello – passatemi la banalità – soprattutto per noi stessi.

Intervista a cura di Andrea Alesse

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