Autore: Davide Ravera
Album: Ramingo
Etichetta: Hazy music
Ramingo è Davide Ravera, e Davide Ravera è Ramingo. Un disco che ama l’improvvisazione e la pulsazione do It yourself dell’impasto vocale, a favore di una scrittura fortunata e sapiente. Siamo dalle parti di un cantautorato e delle produzioni figlie di Umberto Palazzo, che cura la produzione e chempare in qualche tracciam, in funzione di una ricerca sonora in chiave elettrica. Registrato non poco più di una settimana, è il secondo pezzo di una quadrilogia che dopo Gospel porta Ravera e il suo talento verso le dinamiche biografiche e le scelte importanti. Sono nato ramingo è devo salvarmi, canta Davide in Ramingo, pezzo cruciale che ricorda un uomo con un destino dai mille volti, tra cui drammatici momenti di svolta personale. Un ritmo reggae che abbraccia un uomo lupo che si trasforma, ma che parla in via informale e quasi in presa diretta anche dell’amore (amore sottile).
Dietro il progetto troviamo un trio che si compone di Alessandro Marchiorri al basso e Riccardo Cocetti alla batteria, fedeli accompagnatori di un uomo che sente in cui suo il peso bucolico dell’ambiente padano troppo spesso piatto e avido di prospettive. Ci si imbatte allora in uno rocksteady tour semplice e godibile in Come il vento ti dirà, mantenuto in piedi con la verve di fiati e con la presenza di un autore in attività da venti anni è più.
Via le precedenti allegorie cristiane del lavoro passato per testimonianze reali e sincere che parlano con metafore notturne. Non mancano le ricercate tessiture che richiamano le radici ligure dell’autore, legato al mare e al sole purificatore. Il nostro mare sarebbe perfetto per la colonna sonora di un film sulla routine impiegatizia, con suoni finali di piano che lasciano speranze.
Ravera è anche capace di dare spazio a tagli rock blues, per celarsi dietro rumori di fondo cupi in gli uomini.
Cantautorato vero, mi viene da pensare, con la faccia da lupo e l’anima sanguinante di Scarpe nuove, vertiginosa traccia che cerca risposte in un blues elettrico.
Chitarre di scrittura rock classica aiutano Ravera in Sentiamoci per lavorare, addio alla notte brava a ben venuto ai sentimenti di chi accarezza fallimenti per crescere.
Uno dei tanti insegnamenti del buon Ravera, cantante e testimone di se stesso.
Testo a cura di Andrea Alesse