Ci sono musicisti e semplici suonatori, poi ci sono i geni, quelli che alla musica hanno lasciato qualcosa di indelebile. Tra questi è giusto riservare un posto di rilievo a David Bowie. Il ‘Thin white duke’ se n’è andato in punta di piedi, ma il fragore della sua dipartita è stato così ridondante, da far capire a chi ancora non accettasse l’idea, la grandezza di quest’uomo.
Come spesso accade per personaggi di questa levatura, anche lui ha sempre vissuto anni avanti rispetto alle mode. Quando il rock era sinonimo di blue jeans, lui “sfruttava” il suo corpo efebico e i costumi colorati per correre fuori dal coro e regalare cose mai viste e mai sentite. Un alieno che ha saputo guadagnarsi la stima (e l’invidia) di molti colleghi, ma soprattutto l’affetto incondizionato di chi la musica la amava veramente.
Nulla è mai stato lasciato al caso ed anche il suo Black star riteniamo possa essere l’ultima tessera di un mosaico pensato e messo in atto con scientifica precisione. Non sappiamo quanto David sentisse vicina la morte, di sicuro sapeva di essere spacciato. Eppure ha voluto architettare l’ultimo colpo di scena: un video (quello di Lazarus) in cui già appare in paradiso, in cui non c’è più nulla di terreno (ma lui non è mai stato di questa terra) se non una pesantissima eredità, che probabilmente nessuno sarà in grado di raccogliere.
Accettare l’idea di morire non è certamente da tutti, ma arrivare a giocare con questa consapevolezza fa rabbrividire… e lui l’ha fatto, con genialità assoluta, in musica, perché in fondo quello era il suo modo migliore di esprimere i suoi sentimenti.
Oggi che tutto il mondo lo sta celebrando, da quel posticino che si è ritagliato in paradiso si sta facendo una risata. Tutti (anche i detrattori) sono saliti sul suo carro, piangendolo e rimpiangendolo. Era un mito già da vivo, cosa diventerà adesso che non c’è più?
Addio David, è stato un piacere poterti conoscere ed ascoltare.
Testo e Foto a cura del Fotografo Vincenzo Nicolello