I Black Lips tornano a Ravenna per presentare al Bronson, il nuovo album, Satan’s Graffiti or God’s Art, uscito nel 2017 su Vice Records.
Il gruppo di Atlanta, dopo la morte in un tragico incidente del loro chitarrista Ben Ederbaugh nel 2002 è riuscita negli anni a riprendersi fino alla formazione attuale che li vede tornare a 3 anni dal precedente album : Underneath the Rainbow.
A prima vista sembra di vedere 4 ragazzi e una ragazza direttamente dagli anni 70.
Il look è clamoroso. Moustache e stella da sceriffo per Jared Swilley, cappellino in stile nerd per Cole Alexander, permanente per Oakley Munson e Zumi Rosow in stile cow girl sadomaso.
L’unico che si contraddistingue è il secondo chitarrista che non fa parte effettivo della band visto anche il suo look prettamente Grunge. A parte le scelte di stile nel vestirsi, la loro musica è molto americana, in puro stile del Sud.
Non è il classico southern rock alla Lynyrd Skynyrd, è più un rock da Saloon.
Il pubblico non gli tira le bottiglie di birra vuole, come succede nei film, ma semplicemente della carta igienica, con la complicità del loro roadie.
Come da loro solito partono con Sea of Blasphemy con Alexander che fa vedere al pubblico di quanta forza abbia nelle corde vocali. Family Tree è accolta con grande entusiasmo da pubblico presente come per Katrina.
Stranamente non c’è molto spazio per i brani del nuovo disco, ma alla fine chi se ne importa è un concerto dei Black Lips è quello che conta è il casino, la musica e soprattutto il divertimento.
Il singolo Can’t Hold On è praticamente alla fine dello spettacolo, dove per poco più di un’ ora la band americana ha fatto ballare e cantare tutto il pubblico accorso nel locale romagnolo.
Il loro meglio lo danno sul palco, tanto da farli tornare per due volte on stage.
Un pò Eagles of Death Metal un po’ Gogol bordello, i Black Lips sono una certezza soprattutto il versione live.
SETLIST:
Sea of Blasphemy
Modern Art
Family Tree
Dirty Hands
Satan
Cold Hands
O Katrina!
Georgia
Boomerang
Crystal Night
Time of Scab
O Delia
Can’t Hold On
Stranger
Hippie, Hippie, Hoorah (Jacques Dutronc cover)
Raw Meat
Encore:
Gospel
Encore 2:
M.I.A.
Un ringraziamento particolare al Bronson di Ravenna per il gentile invito
Foto e testo di Carlo Vergani
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