Tener-a-mente raddoppia: dopo la splendida serata con Norah Jones ieri, oggi ci attende già l’esibizione di Marcus Miller, che ha scelto il Vittoriale come tappa del suo tour Laid Black.
Se siete appassionati di jazz o funk, il nome di Marcus Miller, “il Superman del soul”, non vi sarà certo nuovo; ma è probabile che abbiate avuto modo di apprezzare il suo lavoro anche in altri campi, magari senza saperlo. Miller infatti è un rinomato compositore di colonne sonore di film (Obsessed – Passione fatale, Indovina chi, Marcia per la libertà), e ha avuto l’occasione di collaborare con molti attori di alto livello come Idris Elba e Jodie Foster.
È una bella serata di fine luglio, il cielo abbastanza limpido da permettere alla luna di brillare sul lago offre il meglio all’anfiteatro del Vittoriale. Marcus Miller sceglie un’entrata in scena originale, accompagnata da distorti suoni radiofonici. Quindi abbraccia il basso e inizia subito con The Blues, grande successo del 1995. Il ritmo è trascinante e intenso, ben presto sono molte le teste che annuiscono lasciandosi trasportare dalle note.
“Grazie, thank you!”, l’artista afroamericano si rivolge al pubblico, per poi presentare (la prima di numerose volte) i suoi colleghi. La serata prosegue fra ritmi veloci e frenetici e sound più lenti e riflessivi. Di tanto in tanto Marcus pronuncia qualche parola, ma la protagonista assoluta della serata è la musica strumentale, il suo basso in particolare, che regala al numeroso pubblico pezzi di eccellente qualità.
Il pubblico si lascia trascinare dal ritmo di Miller, ora battendo le mani, ora oscillando la testa, ora dondolando tutto il corpo. Il palco è semplice, ma di grande effetto: le luci intermittenti multicolore e la nebbia creano un’atmosfera da locale notturno, perfetto per la serata. Marcus instaura fin da subito un rapporto di forte affinità con il pubblico, a cui si rivolge spesso con ringraziamenti e qualche parola di commento sulla sua musica, che culmina nella richiesta alla platea di fungere da corista, mentre l’artista dimostra ancora una volta il suo virtuosismo con il basso.
Gli strumenti sul palco paiono dialogare fra loro, quasi rispondendosi a vicenda nel creare un sound molto vario e di grande intensità. Il pubblico osserva lo spettacolo rapito, lasciando correre le note sulla pelle, urlando e applaudendo ogni brano. Marcus è anche un maestro nell’arte dello slapping (cioè schiaffeggiare le corde degli strumenti), tecnica che ha modo di ripetere più volte durante i lunghi brani del suo repertorio.
Ed è qui che la serata assume una sorprendente tinta intima. Marcus Miller prende la parola: “Due mesi fa ho perso mio padre”. Ricorda con commozione William Miller, che suonava l’organo in Chiesa: “Era bellissimo”. Il padre avrebbe voluto essere un musicista professionista, ma fu costretto ad accantonare questo sogno; ma non importa, perché ora quel sogno vive dentro Marcus. Quindi l’artista abbandona il basso per abbracciare il clarinetto basso, con cui dà vita alla malinconica e lenta Preacher’s Kid, perfetta per ricordare chi non c’è più. È un momento toccante, emozionante, Marcus è visibilmente commosso e il pubblico premia questa intensa performance con un fragoroso applauso.
Ormai il concerto si sta avviando al termine. Dopo la frenetica e trascinante Tutu, Miller ringrazia ancora una volta la platea (ormai tutta in piedi) e abbandona il palco. Il pubblico non vuole ancora separarsi dal Superman del soul, ed ecco che il bassista si mostra di nuovo, attirato dalle urla e dagli applausi scroscianti. Attacca quindi con Blast, mentre le luci non temono di abbagliare la platea. Marcus dà mostra ancora una volta del suo sound intenso e particolare, mentre i fan urlano e applaudono la loro euforia.
“Thanks, I love you, see you soon!” Marcus saluta ancora una volta il pubblico di nuovo tutto in piedi, quindi si congeda. Intenso, trascinante, a sorpresa personale ed emotivo. È stato un concerto indimenticabile, un’incredibile performance di uno dei migliori bassisti del mondo.
Marcus Miller e Norah Jones termineranno i rispettivi tour italiani a Lucca, mentre Tener-a-mente dà appuntamento alla settimana prossima con gli ultimi concerti della stagione.
Testo a cura di Anna Travagliati, si ringrazia Ja-La Media Activities.