Autrice: Tita
Album: Andare Oltre
Label: Prismopaco Records
Tita non è solo una cantautrice. La potremmo definire una figura culturale a 360 gradi, che coniuga bellezza nelle note alla sua pittura. Dalle raffigurazioni su tela, legate a immagini forti, simboliche e eternamente femminili, alla miscela di pop femminile cantato in italiano, con personalità e timbro di una sicurezza molto intrigante. Tita costruisce così in Andare Oltre una musica che sceglie l’italiano e le vibrazioni soul, per dare immediatezza e anche intensità ad un disco, il primo, che suona fresco e asciutto. Un ascolto sincero in un’unica grande storia di otto tracce, tra pop-rock alla Mèsa e ricordi di Cristina Donà (sentite a tal proposito Bambina), con cadenza spesso elettro che non prende mai il sopravvento.
Tita è in realtà Cristina Tita Malvestiti, cantautrice bergamasca e donna di cultura che scrive da sé lòe canzoni, regalandoci anche la cover di Ho in mente te, rivisitando Mogol con dolcezza e capacità di farsi piacevolmente scorrere sul corpo le liriche di una canzone che è una pietra miliare della musica nostrana.
In Non è mai abbastanza la nostra artista arrangia anche vibrazioni acustiche e curiosi ritmi di gentile musicalità, calibrando una musica che deve molto alle sue corde vocali e ad un mix di mid tempo intrigante. Ma Tita, da brava pittrice, è anche una osservatrice attenta del quotidiano musicale, tuffandosi in un ITpop elettrico con accenni tropicali e percussioni sbarazzine nella titletrack Andare Oltre. Un brano per ragionare con le parole sulle distanze personali, in un invito che ha delle sonorità che poi esplodono in un groove di elettro-rock con le sue voci che si rincorrono, come nella contemporanea Beatrice Antolini. A chiudere il discorso, un po’ di tristezza non guasta, con le case vuote e l’animo definitivamente soul di Io sono io, tra acustico celebrativo e un certo savoir faire musicale elegante e convincente.
Si chiude così un disco interessante, con un artwork e un design ricercato e in tema con la Tita artista, a cura di Canio Salandra.
Testo a cura di Andrea Alesse
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