Tokio Hotel: che fatica riuscire a diventare grandi

La transizione di una band che da un pubblico prettamente giovanile vuole rivolgersi ad una platea più vasta non è così semplice e solo raramente giunge a compimento. In tempi recenti hanno spiccato il volo i Take That, nati come boyband per ragazzine ed oggi diventati paradossalmente ancora più famosi dopo la “reunion”, fino ad essere considerati quasi un’istituzione musicale inglese.
L’impresa, purtroppo non è riuscita ai Tokio Hotel. Il gruppo tedesco, esploso già nel 2005 con il primo album è diventato velocemente un fenomeno, in grado di conquistare pubblico sia nell’Europa Continentale che in Italia, di riempire Palasport e di vendere migliaia di dischi. Altrettanto rapidamente però, nel giro di 5 anni, il successo è lentamente scemato. In concomitanza con il loro 4° album (pubblicato nel 2014), la band tedesca si è ritrovata di fronte ad un pubblico “cresciuto d’età” ma che ha stentato a seguirli.

Ma andiamo a raccontarvi di oggi e del loro tour italiano. Dopo le date di Roma e di Milano dello scorso marzo, sono approdati nel nostro Paese per un secondo giro con altre concerti. Uno di questi si è svolto lo scorso 13 novembre all’Estragon di Bologna. Nel locale felsineo il gruppo ha presentato l’ultimo album intitolato Dream Machine.

Con la maturazione artistica l’asse musicale della band si è spostato verso suoni più elettronici che si sposano benissimo con la dimensione da club e con la scenografia allestita sul palco (una struttura metallica rialzata, simile a quella che ospita molti dj). In questo lavoro si registra un ritorno a quelle sonorità anni ’80 che ultimamente sono state rispolverate da parecchi gruppi, con il basso “pompato” e le tastiere ben in evidenza. Love who loves you back e What if sono due gioiellini da questo punto di vista.
Dal vivo i Tokio ci sanno fare. Fatte le debite proporzioni, in certi momenti la figura carismatica di Bill Kaulitz ci ha ricordato Dave Gahan dei Depeche Mode, facendo emergere la padronanza che ha della scena e la facilità di comunicare con il suo pubblico.

Che la band sia convinta della propria transazione è chiaro. La scaletta propone ben 13 brani dagli ultimi 2 album. Sebbene guardi avanti non rinnega le origini, affidando ai brani Monsoon (interpretato nella versione tedesca ed eseguita come secondo bis) e Black (altro brano degli esordi proposto in versione acustica).
Che altro segnalare? Intanto l’ascesa sul palco di 8 fan che avendo acquistato il biglietto Vip, hanno potuto cantare insieme ai loro beniamini il brano Automatic. E poi il finale, con lo sparo dei coriandoli, divenuto ormai un must per molti show internazionali. Quello di Bologna è stato un concerto gradevole, che ha regalato un’ora e mezza di buona musica e di spettacolo.

Nel ringraziare Vivo Concerti per l’invito vi ricordiamo la scaletta:
Something new
Boy don’t cry
Feel it all
Love who loves you back
Darkside of the sun
The heart get no sleep
Better
Cotton candy sky
We found us
Run, run, run
Black
Easy
Girl got a gun
Automatic
As young as we are
BIS:

What if
Durch den Monsun
Stop, babe
 

Testo a cura di Aurelio Hyerace
Foto copertina (di repertorio) a cura di Stefanino Benni

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