Vessels, l’energia e l’ipnotismo di The Great Distraction per muoversi insieme

I Vessels sono tornati, pronti a fortificare i vostri ascolti con l’esistenzialismo post elettronico e n disco, The Great Distraction, reso importante anche dalla collaborazione con altri grandi operatori del settore. Musicalità e ritmo, per una musica che risuona magnetica e prorompente, in barba alle diatribe nerd legate alla classificazione tra generi.

Questo è l’istinto Vessels sin dall’iniziale ed essenziale Mobilise, punta di diamante non solo per il video musical ben costruito, ma anche per l’ipnotica e ballabile presa di posizione che i ragazzi di Leeds portano in musica per smobilizzarvi sin da subito con tocchi di ritmo e saudade dei grandi rave party del Glanstombury festival.

Non servere prendere in mano il solito sestetto di birre, con i Vessels parti subito all’arrembaggio, anche grazie a monsignor The Flaming Lips che li assiste in Deflect The light, per volare alto come con nel cuore i Pet Shop Boys e una sovietizzazione da dancefloor che qui ha anche la melodia sperimentale, tra la verve di effetti drum and bass.

Position riporta tutto nella lavatrice dei Matmos, con i fratelli chimici che guardano i Vessels sino a prendersi cura di loro in Radiart con percussioni amiche e rovesciamenti di fronte molto interessanti e ritmo vertiginoso che sale per far planare anche un po’ di sole nella grigia terra inglese.

Subito dopo, con i Vessels balla anche Vincent Neft dei Django Djanago, per riportare un po’ di tranquillità in un album dai ritmi spesso stratosferici e divertenti, come peraltro poi fa la bella Everyone is falling. Tutti cadono, ma farlo con le gesta e la voce robotica che qui mettono in piedi i ragazzotti inglese diviene sempre più facile.

Nel gran finale di Erase Tapes compare la fantastica presenza di Jonh Grant, una lucertola che mette in piedi una miscela esplosiva di storyelling e soundtrack come sempre esplosiva. Il folk rock che si fonde con la dance rock per farsi grande tra suoni stroboscopici, giù il cappello per i Vessels.

Testo a cura di Andrea Alesse
recensioni@thefrontrow.it

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