Alzi la mano chi ha mai sentito parlare del paesino croato di Montona? In pochi vero?
Ed in effetti questo comune, che in realtà dopo l’annessione dell’Istria da parte della Jugoslavia di Tito si chiama Motovun, è un borgo medievale il cui panorama viene spesso raffigurato per mostrare l’entroterra della verdissima penisola slava. Situato sulla collina al di sopra del fiume Quieto, uno dei paesaggi più fertili del territorio, famoso per numerosi vigneti e come area dei tartufi. Trattasi di un’ottima scelta per fuggire dalla costa e fare un’escursione giornaliera, per cui viene spesso visitato da numerosi turisti che passano le proprie vacanze a Umago e Rovinio.
A questo punto vi starete chiedendo perché mai vi stiamo parlando di un paese sperduto di circa mille anime. Lo facciamo semplicemente perché due nostri inviati hanno preso parte ad un evento che per una settimana all’anno fa quantomeno quadruplicare il numero delle presenze: il Motovun Film Festival (http://www.motovunfilmfestival.com)
Quest’anno (29 luglio), fuori concorso è stato presentato il documentario Liberation Day, che racconta la straordinaria storia dei Laibach, primo ed unico gruppo rock occidentale ad esibirsi in Corea del Nord.
Presto il lungometraggio sarà disponibile anche in Italia e vi consigliamo vivamente di guardarlo, visto che offre uno spaccato incredibile del paese asiatico al centro di una guerra fredda che oggi sta facendo venire i brividi a tutto il mondo.
La proiezione del film è andata in scena a notte fonda 23.30, ma noi siamo rimasti composti in piazza, semplicemente perché due ore più tardi era in programma il concerto dei Laibach (crediamo che una cosa del genere non potrebbe mai capitare in Italia). Davanti ad una piazza gremita di fan la band slovena ha regalato uno spettacolo emozionante, di cui vi regaliamo qualche immagine.
Ps. Dimenticavamo di avvertirvi che Motovun è davvero un posto incantevole, ma occhio al portafoglio: abbiamo avuto la brutta idea di mangiarci un gelato e la coppetta ci è costata oltre 5 euro, cifra iperbolica per uno Stato decisamente “cheap” dal punto di vista della vita.
In compenso vorremmo ringraziare l’organizzazione, che ci ha accolto con entusiamo e ci ha messo a disposizione un taxi gratuito per evitarci quei 1.042 gradini necessari per raggiungere l’apice della montagna, dove avvenivano le proieizioni.
Foto e testo di Vincenzo Nicolello
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