Autori: Buzzooko
Album: Giza
Label: Retro Vox Records
Dalla provincia di Mantova arriva n trio di noise rockers innamorato di Melvins e Drive like Jehu, ma anche macchiato da fervide linee di Shellac sound. Sono i Buzzooko e hanno dato alla luce il loro primo album dal nome Giza, fuori per la Retro Vox Records dall’aprile scorso. Linee di basso ben definite e potenza che si schiude tra gli squarci di un post rock rumoroso cantato in inglese, per una presa live che se ispirata dalle locandine promette benissimo (vedi i due carramba in posa che sono presentano un o dei loro ultimi concerti).
Giza prende il nome da uno dei più antichi e affascinanti complessi monumentali del mondo, comprendente la Grande Piramide di Cheope e la Sfinge. Ma è anche un luogo mistico, che richiama l’eterna contrapposizione dualistica tra luce e buio, tra cielo e terra, e, aggiungiamo noi, tra il vivere e morire. Un ispirazione concreta quella dei Buzzooko, che si mette in luce con un attitudine priva di melodia, ma fedelmente arroccata sulla dialettica basso/batteria/chitarra, con testi che sanno passare dall’autoironia alla realtà.
Jeery The joker mette subito in chiaro la fetta di torta acida ingoiata dal trio, a spasso sulle rotaie dannate del wasted sound che chiama in causa stoner rock e veloci cambi di ritmo cari ai vecchi Oxbow.
A Simone, Marco e Lorenzo si sono anche aggiunti Francesco e Paolo del gruppo Ottone Pesante, duo che risponde suonando il trombone e la tromba su Gettin’ Sick, perla silenziosa che mette in linea Zu e Downtown Boys con un ritmo coinvolgente e ben costruito. In Lady Led invece si respira la paranoia rallentata di una vita di provincia, sempre sostenuta da un basso essenziale e, stavolta, da un ritmo che utilizza anche uno spoken word essenziale.
Non poteva mancare una chiamata alle armi, cercata in The Riot come una un cacciatore cerca la sua preda, tra barlumi di crossover alla RATM senza slogan e una pronuncia sonora che si rifugia nella florida e positiva collaborazione di tre.
Andrea Alesse
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