La distorsione dei nuovi Cosmetic, la sicurezza di Core

Artista: Cosmetic
Album: Core
Etichette: To Lose La Track , Dischi Sotterranei
Ufficio stampa: Sporco Impossibile

Dove si spinge le distorsione firmata da gruppi italiani? Fino a quanto si possono suonare le corde per cantare nella lingua madre del bel pase? I Cosmetic ci aiutano a rispondere e queste inutili domande con Core. Un nuovo lavoro edito in power trio, Bart, Mone ed Emily, dopo la scelta di addio di Ivan. Un nuovo trionfo di chitarre che abbracciano lo shoegaze e lo mescolano alla vasta prateria del noise, a colpi di spinte emo core e intimità. Dal pensiero alla chitarra, passando per il quotidiano melmoso delle esperienze di amici che fanno musica per elevare la distorsione al livello della melodia, con punte di voce femminile che non lascia mai indenni. Dalle colline romagnole verso una nuova avventura, Core, che arriva dopo apparizioni estere con il palco condiviso, tra gli altri, con Dinosaur Jr, The Raveonettes, Warpaint.
I Cosmetic accettano dunque il bisogno di nuove sfide, sotto il calore dei grandi amici di To Lose La Track e di Dischi Sotterranei, con una versione su cassetta che uscirà per All Ways Wrong Tapes. Un disco strutturato sulla potenza dell’elettrico, dio salvifico delle emozioni dopo i tentativi multistrato musicale di Nomoretato, comunque un bel ricordo di una band che si mette sempre in gioco.
Ad anticipare Core ci ha pensato il video di Fine Di Un’Epoca, la prima di nove canzoni che affollano la densità dei decibel del Cosmetic sound. Un episodio subito pregno di significati, tra i quali l’arte di apprendere e la necessità di sostituire l’obsoleto, catapultati in un crescendo strepitoso di schitarrate dolci. Il tutto è arricchito anche dalla voce di Alice, female vocalist (somiglianza con la cantante dei Gomma notevole, perdonatemi per la precisazione) che accompagna Bart con leggerezza e beatitudine in 1986 (nervous attack di nostalgia) e nell’immensa Schiaffino, caposaldo di una realtà immaginaria di melodic post hc che parte con impressioni alla Franti e arriva nei lidi di casa Dischord.
Se cercate significati e non solo note, non perdetevi Scheggia, tributo al concetto risonanza, che passa anche per il devastante terremoto di Città del Messico nel 1985 in cui furono distrutti solo i palazzi di tre piani, perché l’ampiezza d’onda del sisma corrispondeva esattamente a 9 metri, l’altezza di quei palazzi.In generale, in tutto l’album, le vibrazioni delle corde di chitarra sono mosse da una sempre viva pulsione di corposo sound che traspira anche vibrazioni alla Boris, condite da accordi Cap’n jazz in alcun spunti emo, rintracciati in La sottile linea che si scrive da sola. E proprio in questo brano tornano i cori e la chitarra dii Ivan (Tonelli), fuoriuscita che ha comunque lasciato il segno su dei Cosmetic decisi più che mai a ritagliarsi il loro nuovo spazio.
A chiudere il cerchio ci pensa il momento commovente di Paura del principio, in cui la batteria pulsa Lighting bolt e la chitarra fischia appoggiata al muro e registrata in feedback spontaneo, un modo elegante e dinamico di diventare adulti.
Un consiglio, non perdeteli dal vivo, quando la band sarà completata da Erica dei BeForest che imbraccerà il basso e da Ale Straccia alla chitarra, già attivo nuova promessa screamo Marcovaldo.

E allora, fuori le date:
10 marzo 2017- Torino, Blah Blah, 11 marzo 2017 – Milano, Serraglio
16 marzo 2017 – Bologna, Freak Out, 25 marzo 2017 – Lugo (RA), CCA Lughè
07 aprile 2017 – Sant’egidio alla Vibrata (TE), Dejavù, 08 aprile 2017 – Roma, Monk – Asaparty
21 aprile 2017 – Catania, TBA, 22 aprile 2017 – Messina, TBA. 06 maggio 2017 – Aversa (CE), Magazzini Fermi.

Andrea Alesse

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