Rock this city, here are the Diplomatics

Artista: Diplomatics
Album: I Lost my soul in the town
Etichette: Shyrec, Godown Records – Ufficio stampa: Lunatik

Passione e dedizione. Here are the Diplomatics. È da poco uscito la nuova fatica della band di Vicenza, un concentrato di originale rock n’roll energico e caparbio che arriva dal cuore e dalla tradizione. I Lost my soul in the town è la summa di una crociata alla ricerca della
traiettoria rock, con inserti chiaramente punk rock, ma anche funk, soul e atmosfere rhythm and blues. Parti e vai subito a sbattere contro la linguaccia di Love boat, episodio che ringrazia i mitici Rolling Stones con trombone e back vocals femminile, per ricordare il legame con una certa attitudine. Ma il pensiero tipicamente rockers viene fuori quando You make me Crazy riporta indietro le lancette verso the Dictators e Dead boys, territori sonori lungo la cui scia si è evoluta la vena dei Diplomatics, padroni ormai dal 2012 di un atteggiamento live alquanto poliedrico e vivo. Il rock and roll come turbina che muove il motore della protesta musicale verso un territorio avaro di felicità e creatività, dedito solo al denaro e all’ inquinamento. Vicenza come Detroit, quando risuonano le chitarra e l’armonia di Sunshine glow, prima di una cascata di ritmi che impazzano su Radio Birdman in Nothing but You, anche grazie al piano meticoloso e all’assolo corposo che si trova nel brano.
Tra le chitarre sfavillanti di Lost in town si riconosce una giro di basso che gronda di disperazione da provincia cronica, prima di un suono di sassofono assassino.
Tanto sudore sixties dopo, ecco Hey loser, Hey poser, anthem nostrano che muove le converse al ritmo di ritmi collaudati e cori alla number ten dei romani Giuda (come in Today), altri interpreti come i DIplomatics di una rinascita sonora italiana di suoni sporchi e veloci in giacca di pelle e vinile.
La doppia guitar fa ogni volta il suo dovere, trascinando l’ascoltatore in Moving on, brano sempre più ruvido e deciso, un’apocalisse rock con anima wave, sempre con travestimento alla Turbonegro.
E anche se qualcuno dice che i DIplomatics in I Lost my soul in the town non si distaccano dalle loro radici, è bello apprezzare la vena soul rock (Fill It up) di un gruppo vero che si diverte e ci ricorda come suonare del sano gusto rock.

Testo a cura di Andrea Alesse

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