Autore Baciamo le mani
Album: Cardio – Tonic
Booking: Sbam Ufficio Stampa
Baciamo le mani è un collettivo strabordante e dinamico che rallegrerà le vostre giornate. Un tocco di sicilianità che si innesca in dieci tracce dal titolo Cardio – Tonic, terzo lavoro che è il compromesso tra la granita locale del bar sotto casa, sorseggiato con felicità, e il peso di esperienze live in giro per l’Europa che hanno lasciato il segno. Una su tutti, quella alla Sala Paradiso di Amsterdam. Una musica per rallegrare connazionali nostalgici in giro per il vecchio continente come l’emigrato Pasquale Ametrano? Non solo.
I BLM sono infatti qualcosa di più, stretti nelle loro capacità di polistrumentisti e alquanto segnati da vecchie e costruttive esperienze nello ska e nel folk, oltre che nella cumbia e in sane bande di paese. Quello che viene a galla nel nuovo lavoro è però un disco di ritmi diversi ma tutti dediti al pop, cantato in italiano e con fiati sparsi che hanno fatto tesoro del palco diviso con Roy Paci e Aretuska. Parti dall’attacco synth di Mi vuoi bene e sembra di sentire Carucci e suoi Ex Otago, catapultati in riva al amare ragusano con la tromba dei Magilla Gorilla che portano in braccio al posto dell’ombrellone. Subito ritmi coinvolgenti a schiaffeggiare un amore discusso e indeciso, per poi passare ai fiati che sbeffeggiano gli eccessi sportivi in Faccio Sport. Rime baciate qua e là e sound danzereccio con piazzata a voce reggae a condire il tutto.
In Franca invece i nostri fanno il verso ad una canzone melodica italiana figlia di Cochi e Renato, per poi accennare al movimento surf in Palme di plastica, pezzo da un fuzz estroso e da arrangiamenti che ricordano a tratti i Persiana Jones. Qualche effetto sintetico in un pezzo riflessivo come Partiamo adesso, e la ciurma torna a predicare divertimento in Te(tte). Un’estate al mare non mente sulla loro attenzione per il già citato surf, riprendendo uno dei tormentoni della storia musicale italiana, con chitarra alla Ray Datona.
Il sogno dei BLM, come già accennato sopra, è comunque decisamente pop, cantato in Calzino destro con mix di fiati e effetti sintetici, prima dell’incontro con l’esotico delle percussioni e i cori estivi di Piove. È il preludio alla festa finale di Contropiel, in cui il sambodromo siciliano dimostra la sua forma e il suo atteggiamento simpatico e scanzonato, con reggae e traiettorie calcistiche dietro l’angolo.
Andrea Alesse