Artista: The Pier
Album: The Pier
Etichetta: Faro Records
Prendete un megafono e urlatelo al vostro vicino: ho scoperto i The Pier. Potenza calibrata e piglio noise che non passa inosservato, con energia e duttilità che in alcuni casi fanno saltare la puntina mentre gira sul piatto l’omonimo album d’esordio del trio. Ma andiamo con ordine, i The Pier rispondono presenti ai nomi di Gabriele Terlizzi (basso e chitarra), Danilo De Candia (chitarra, basso e voce) e Davide Pasculli (batteria). Sono una macchina da guerra dal vivo e incrociano un noise che vira tra alternative alla Super Elastic Bubble Plastic e math rock di stampo americano, con echi di Shellac alle porte. Ma i The Pier sono solo i The Pier, con personalità giusta e scelte cristalline che mostrano muscoli e cervello. Metteteci che in tre non raggiungono i 60 anni, e il gioco è fatto. Originari della Puglia (disco registrato dal conosciuto Makai) e trapiantati a Roma (luogo dello strepitoso live alla festa di Bomba dischi anno domini 2014), i The Pier invadono le casse con sette pezzi sette, grintosi e impregnati di nervous sound cantato in inglese.
Voglio vedere la vostra faccia quando sentire per la prima volta Elm Row, esordio con stop and go granitici e coro su I fell alive che va dritto al punto. Strumenti visionari suonati con stile, come nel giro di basso che spicca in Everyday get worse. Ovvero, come prendere in giro il peggioramento con attitudine e distorsioni. Gioventù beata e positiva, che in Exit flowers fa inizialmente il verso post rock agli Yuppie Flu, per poi andare verso una spirale finale avvincente. Il post rock come mantra da frullare e rimontare con in SKK9, mentre il coro bolscevico di Kangoo ci porta a danzare tra la nebbia con freschezza. Impossibile non notare la purezza del suono e le chiare intenzioni math rock battlesiane, che dopo Daedalus ci conducono in Pier, ultimo e allucinato episodio noise con esplicite esplosioni addominali e una incredibile sequel di cambi di ritmo e pazze allucinazioni (ascoltare per credere).
Tutto questo fa dei The Pier un gruppo da consigliare e seguire, mentre mi resta in testa una sola curiosità: ragazzi, ma nella vostra Puglia cosa hanno messo nei pasticciotti che mangiavate a colazione quando eravate bambini?
Testo a cui di Andrea Alesse