Artista: Jocelyn Pulsar
Album: Convivenza Arcade
Etichetta: La fame dischi
Autoironico, amante del calcio, coinciso nei testi e anche sentimentale. Jocelyn Pulsar torna sulla strada con Convivenza Arcade, un Ep con sei brani arrangiato anche grazie a Enrico Berto, già al lavoro con gli Amari e il poliedrico Bugo.
Ne è passata di acqua da quando nel 2003 usciva L’amore al tempo del telefono fisso (titolo geniale, passatemela), ed cambiata spesso anche la formazione di musicisti di Jocelyn, nome d’arte di Francesco Pizzinelli. Ora lo accompagnano il basso di Davide Ponti e la batteria di Mario Ingrassia, mentre Pulsar suona la chitarra, mettendoci una voce dai toni pacati e dei testi creativi. Pensare che tutto iniziò con il legame con un etichetta che produceva liscio (la Agos Music), e registrazioni clandestine fatte in casa in puro spirito lo-fi. Arriva ora un disco caratterizzato da una spinta emotiva autobiografica e dalla natura cantautorale del nostro artista, con una copertina che fa venir voglia di tornare in cantina a prendere il vecchio commodore 64.
La metafora del videogioco degli anni ’80, rapportato alla vita intima di una coppia convivente, è il tema dei primi accordi della titletrack. Una rappresentazione delle contraddizioni della vita due conviventi, con chitarra acustica e batteria di accompagnamento a suggellare la perdita di un epico cartone di pizza, scomodo alla donna come la partita di calcio del Cesena.
Un incipit alla Britti, che ci fa apprezzare le capacità di Pulsar, apre L’Indie senza il pubblico, rappresentazione di chi macina chilometri con passione affrontata con melodia e attitudine alla Giovanna Truppi. Bella coppia rimane ferma sul pensiero delle relazioni turbolente e del dialogo tra due persone spesso in disaccordo, mentre è L’Altro Baggio la traccia che farà storia tra i fan calcistici di Pulsar. La storia di una calciatore costretto all’etichetta di fratello di una leggenda, con in mezzo il famoso episodio di Pasadena. Il calcio come metafora di vita di un fuoriclasse dentro, in cui si rispecchia anche il nostro cantautore. Ancora melodia e ancora autobiografia, in un racconto preciso e fedele che suona come la leva calcistica del 68 del movimento indie (alla fine in entrambi i brani rigori entrano). Passata l’eccentrica Domani mi sposo, l’atmosfera è malinconica e nostalgica nell’ultimo pezzo, In nome di Barbarella. Chitarra scavata in accordi delicati e inno alla vita in nome di un eroina del passato, simbolo della gioventù di un Pulsar abbandonato alla vita e alla sua voglia di mutarne il finale.
Tracce:
1.Convivenza Arcade, 2. L’Indie senza il pubblico, 3. Bella coppia, 4. L’altro Baggio, 5. Domani mi sposo, 6. In nome di Barbarella, attrice.
Testo a cura di Andrea Alesse