Un sabato diverso, grazie alla programmazione intelligente di Live Nation e allo storico locale milanese del Tunnel Club, location che ha ospitato in un solo colpo e sullo stesso palco due performance concrete e energiche al punto giusto. In giro per l’Europa per un tour che tocca Londra, Valencia e altre metropoli, i The Picturebooks e Le Butcherettes arrivano in preda al loro savoir faire legato ad uno spirito rock che crede nell’idea del live come esperienza necessaria, lontano da poseur e scribacchini nerd. E allora… fuoco ai cannoni.
Ad aprire la serata il satanico duo dei tedeschi The Picturebooks, due barbuti e simpatici rocker con tanto di gilet di jeans e scarpe a punta che macinano acid stoner rock come se non ci fosse un domani. Niente piatti sulla batteria, composta da due grancasse enormi e un campanaccio (si, avete capito bene), e una chitarra acida e granitica che produce fuoco e sudore, per due personaggi che appaiono usciti dall’incubo della periferia di un qualsiasi telefilm americano degli anni 80, e suonano come i lighting bolt imbevuti di Melvins e desert rock. Ne viene fuori un live di un gruppo che, nonostante la giovane età, appare tosto e carismatico, di cui sentiremo parlare per attitudine e sacra devozione alla causa rock.
Tocca poi ai padroni di casa Le Butcherettes (già a Milano lo scorso febbraio in apertura agli At the drive in), trio formatosi intorno alla front-girl messicana Teri Gender Bender, prodotto è supportato da Omar Rodriguez Lopez, figura chiave di At The Drive-In e Mars Volta. Alla batteria, la giovane e rampante Alejandra Luna Robles, mentre il basso e la chitarra sono ad appannaggio di Riko Rodríguez-López. I messicani portano in scena i pezzi di A Raw youth, uscito per la Ipecac Records nel settembre 2015, ma anche vecchi brani di Sin Sin Sin, disco del 2010, e di Cry Is for The Fly, datato 2014. Diciamolo subito, il palco sarà per l’intero show il rifugio della Bender, robotica e teatrale leader che canta cambiando spesso toni di voce e si presenta in una grigia tuta da lavoro, nascondendo le sue gentili linee femminili. E grazie a lei, il live trasuda eleganza e sensualità, stretto tra suonate garage rock e suoni meno acidi che richiamano fenomenologia Riot Girl e rimandano a Juliette and the licks, Dead Weather e Yeah Yeah Yeahs.
Dopo aver visto il microfono sbatterle sul capo per simulare suoni nervosi e confusionali, la stessa Bender si spoglia della tuta per tirar fuori il vestito rosso, in linea con una scenografia degna della tradizione religiosa del Messico. Così, tra un balletto rock e un riff dalle venature punk, scende anche a carponi tra il pubblico, delirando insieme ai presenti e facendoci arrivare tutta l’energia di un sabato alternativo, tutti in preda ad un cruel mexican rock and roll. Non male davvero, per un gruppo che ha ospitato nell’ultimo album la leggenda Iggy Pop e affronta temi sociali e personali senza perdersi in chiacchiere, e dopo un lungo viaggio che dai villaggi di Santa Sangre (seminale film cult di Jodorowsky) li ha portati sino al centro del circo rock europeo. Alla fine, lo possiamo comodamente dire, Le Butcherettes rocckeggiano nel modo giusto.
Ringraziamo Live Nation per il gentile invito
Testo a cura di Andrea Alesse e foto a cura di Romano Nunziato:
Le Butcherettes:
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The Picturebooks:
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