Da venerdì 5 aprile 2024 è disponibile in formato fisico e in tutti i digital stores ‘Mustang Hood’, il nuovo atteso album dei Big River. È il terzo capitolo discografico per l’apprezzato duo electro-country, formato da Federico Martinelli e Pierluigi PG Punzo, prodotto da Fabio ‘Bronski’ Ferraboschi e supportato dall’ufficio stampa A-Z Press.
Mustang Hood è il risultato di un sound maturato attraverso un’intensa attività live che li ha portati ad esibirsi in tutta Italia, giungendo fino in Germania, Svizzera, Slovenia e Croazia, evolvendo il loro stile di matrice classic e southern rock in un electro-country / alt country dai tratti sperimentali.
Anticipato dai singoli ‘Beers In The Garage’ e ‘When We Dance’, il nuovo album si compone di nove brani, di cui otto originali, dove la componente elettronica, già presente nel precedente album ‘Girl With Nails Painted Black, assume un ruolo centrale negli arrangiamenti fino a creare un sound sperimentale fortemente innovativo per questo genere.
I Big River dichiarano: «Mustang Hood è stato interamente composto lo scorso agosto approfittando del periodo di intensa attività live perché ci interessava portare nelle registrazioni l’energia della dimensione ‘on the road’. Il disco segna una svolta anche a livello compositivo perché ogni brano è stato scritto a quattro mani fin dall’inizio. Si può quindi dire che questo sia il primo vero disco a firma Big River.”».
Big River è una band attiva dal 2016 che costruisce il proprio sound attraverso un’intensa attività live attraversando l’Italia, giungendo fino in Germania, Svizzera, Slovenia e Croazia.
Di chiara matrice classic rock e southern rock il duo evolve la propria visione della musica americana arricchendola con una dose di elettronica aggiungendo synth, loopstation e batterie elettroniche dando vita ad un sound innovativo tra il classico e lo sperimentale.
La discografia dei Big River si compone di ‘Live Experience’ (2017), ‘Girl With Nails Painted Black’ (2021) e ‘Mustang Hood’ (2024).
Ecco l’intervista che ci ha rilasciato la band.
- Ciao ragazzi e benvenuti su The Front Row. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Ciao a tutti, siamo i Big River. Siamo in due ma amiamo definirci come una piccola band per via del nostro modo di fare musica.
Federico: cantante e chitarrista fin dai suoi esordi, appassionato di Rock’n’Roll e Country Rock. Suona ed ha suonato fin da giovane in diverse formazioni sia componendo brani inediti che dedicandosi all’intrattenimento. Sulla scena musicale bolognese da più di 20 anni.
PG: voce, chitarra, estimatore di sonorità musicali che vanno dal Rock, al Brit-pop d’oltre manica, al Blues. Autore e compositore in diverse formazioni nel corso degli anni sulla scena musicale tra Roma e Bologna, ama sperimentare nuove sonorità anche attraverso l’utilizzo dell’elettronica.
- Raccontateci un po’ di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com’è nata l’idea?
I Big River nascono nel 2016 dall’evolversi di una collaborazione che tra di noi durava da molto più tempo. L’idea nasce dalla nostra voglia di concretizzarci in uno stile più definito che però tenesse conto dei gusti personali di entrambi.
- Parlateci un po’ del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Per il nome della band abbiamo preso spunto da uno dei brani più famosi di un’artista che amiamo molto: Johnny Cash.
Allo stesso tempo Big River rappresenta una bellissima metafora che si avvicina all’idea di flusso sonoro. Che è un po’ come noi ci immaginiamo la musica.
- Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso “non ci piace essere catalogati in un genere preciso”, in quale movimento/genere vi collochereste?
La nostra musica affonda le radici nella musica americana, dal country rock al southern rock; allo stesso tempo però ci piace anche molto sperimentare e abbiamo un certo gusto per la musica elettronica.
Abbiamo così deciso di elaborare un suono vintage ma che si appoggiasse su sonorità più moderne fatte di drum-machine e sintetizzatori.
In definitiva possiamo dire che volendo contestualizzare il nostro sound, potremmo metterci nell’indie alternative country.
- Parlateci un po’ di “Mustang Hood” il vostro nuovo album.
E’ il nuovo lavoro dei Big River, disponibile dal 5 aprile 2024.
9 brani di cui 8 inediti, nei quali abbiamo evoluto ancora di più la nostra idea di alternative country.
Grazie anche alla collaborazione con Fabio “Bronski” Ferraboschi, la componente elettronica, già presente nel disco precedente (Girl With Nails Painted Black, 2021) assume un ruolo centrale negli arrangiamenti, fino a creare un sound sperimentale e fortemente innovativo per questo genere.
Il disco è stato anticipato dal singolo “When We Dance” uscito con videoclip il 22 marzo 2024.
E’ stato interamente composto nel mese di agosto 2023 approfittando del periodo di intensa attività live, perché ci interessava portare nel lavoro l’energia della dimensione on the road.
- Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
La prima cosa in assoluto che abbiamo registrato come Big River è stato “Live experience..2017” un disco di cover fortemente ispirato alla dimensione prettamente live in cui ci muovevamo all’epoca.
Nel 2020, con l’arrivo della pandemia, il lockdown e lo stop ai live, abbiamo avuto modo di fermarci e concretizzare una voglia che avevamo sempre avuto: quella di cimentarci con la composizione di brani originali in un genere musicale in cui ci sentivamo comunque neofiti.
Nasce così “Girl With Nails Painted Black” il nostro primo Ep di brani inediti pubblicato nel marzo 2021.
Si arriva poi a “Mustang Hood”, figlio anche di una maggiore consapevolezza dei nostri mezzi e di un’idea più definita e matura del suono che avevamo in mente.
Quella del live è stata sempre una dimensione molto importante per noi poiché i Big River partono dai live e solo in un secondo momento arrivano in studio.
Questo ci ha portato a suonare nei contesti più disparati tra l’Italia e l’estero.
- Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi ha mai sentiti?
“When We Dance” perché rappresenta il modo migliore per entrare nelle atmosfere del nuovo lavoro dei Big River. E’ il brano giusto per sperimentare l’evoluzione del sound della band in cui l’elettronica gioca un ruolo ancora più centrale rispetto al lavoro precedente.
- Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Tutti quelli in cui suoniamo in contesti musicali di livello, dove c’è un pubblico che ama ascoltare la musica in maniera critica ma costruttiva.
- Parlateci un po’ dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
Per il genere che facciamo sicuramente la lingua inglese ha una musicalità difficilmente riproducibile attraverso la lingua italiana.
Non esiste un songwriter principale, entrambi diamo il nostro apporto alla stesura dei brani.
Possiamo però dire che Mustang Hood segna una svolta anche a livello compositivo perché ogni brano è stato scritto a 4 mani fin dall’inizio.
Si può quindi dire che questo sia il primo vero disco a firma Big River.
- Quant’è importante per voi l’attività live di una band e quant’è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?
L’attività live è fondamentale per una band che vuole crescere, ma dovrebbe essere un’attività live di qualità. La presenza scenica, che secondo noi è molto importante, è anche conseguenza del muoversi in un ambiente stimolante.
- Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d’oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
Curare il proprio look secondo noi è parte integrante di un progetto ed è importante quasi quanto la cura dell’aspetto musicale di una band.
Noi abbiamo un nostro dress code di riferimento che poi interpretiamo a nostro gusto.
- Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?
Tre parole: energia, rock’n’roll e birra!
- Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori artisti italiani preferiti.
Sinceramente non seguiamo molto la scena italiana perciò sarebbe ingiusto sparare a caso.
In generale per una rivalutazione di tutta la musica, soprattutto underground, bisogna che cresca una sensibilità da parte del pubblico nell’ascolto critico della musica e nel coltivare i propri gusti musicali frequentando per esempio anche i Live Club e non solo i grandi eventi.
Secondo noi tendenzialmente si ascolta musica in maniera troppo superficiale.
- Meglio uscire per un’etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l’intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Secondo noi sono fasi diverse di una crescita musicale. Inevitabilmente i primi passi bisogna imparare a muoverli da soli con l’obiettivo di arrivare un domani a collaborare con un’etichetta discografica che lavori in modo professionale.
- Quanto vi hanno aiutato i social network come Instagram, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
I social network attualmente rivestono un ruolo fondamentale nella comunicazione contemporanea.
Saper comunicare attraverso i social è secondo noi una competenza fondamentale che i musicisti devono sviluppare.
Noi siamo presenti su tutti i principali social e questi sono i nostri riferimenti:
Web: www.bigriverband.com
YouTube: www.youtube.com/bigriverbandofficial
Facebook: www.facebook.com/bigriverbandofficial
Instagram: www.instagram.com/bigriverbandofficial
- C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe realizzare una canzone (o un remix) assieme?
Ce ne sarebbero tanti, ma la maggior parte sono morti 🙂
Attualmente una band che ci piace molto sono i Brothers Osborne.
- Prima abbiamo parlato di artisti ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare degli artisti che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt’altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
Su questo siamo diversi, ma è proprio questa la forza dei Big River.
In generale artisti, a volte extra genere, che ci hanno spinto a trasformare questa passione in qualcosa di più sono: Elvis Presley, Bruce Springsteen, Pearl Jam, Radiohead, Rolling Stones, Bee Gees, Depeche Mode.
- A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Continuare ad evolvere musicalmente ed arrivare ai grandi contesti live internazionali con la nostra musica.
- Album straniero da consigliare ad un amico
Human Touch di Bruce Springsteen.
- Album italiano da consigliare ad un amico
Reset dei Negrita.
- Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
Ciao ragazzi! Speriamo che le nostre risposte abbiano stuzzicato i vostri appetiti musicali.
Se vi piace la musica americana ma anche le sonorità sperimentali, ascoltatevi Mustang Hood e fateci sapere cosa ne pensate attraverso i contatti social che vi abbiamo lasciato.
Ci vediamo ai prossimi live!
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