intervista con i Proliferhate

Oggi vi presentiamo i Proliferhate.

I Proliferhate nascono a Torino nel 2012, sposando la causa del death metal progressivo.

Nell’estate del 2015 la band si imbarca nel suo primo tour europeo toccando paesi come Slovacchia, Croazia, Serbia, Ungheria e Romania, e condividendo il palco con band del calibro di Necrodeath e Novembre.

Il primo disco “In No Man’s Memory” esce alla fine del 2015 per l’etichetta inglese RMN Music, seguito nel 2018 da “Demigod of Perfection”.

Recentemente è uscito il loro nuovo singolo.

Il brano “Anatomia dell’Incubo” è ispirato dal racconto “I Reziarii” tratto dalla raccolta “Sessanta Racconti” dell’autore Dino Buzzati.

Il racconto in breve:
Durante una passeggiata in campagna un prete costringe due ragni a combattere, come fossero due gladiatori. Gli insetti combattono ferocemente e, alla fine, il più piccolo muore. L’uomo a quel punto si pente ma è troppo tardi: dietro di lui sente qualcosa che lo sta osservando.

Videoclip:
La figura incappucciata impersonifica una figura identificabile come Dio (il prete in questo caso) che costringe la marionetta a fare ciò che lui vuole senza possibilità di ribellarsi (nel racconto costringe i due ragni a combattere senza pietà).

La band ci ha rilasciato la seguente intervista che potete leggere qui sotto:

  1. Ciao ragazzi e benvenuti su the front row. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
    Ciao a tutti qui Omar (Voce/Chitarra) dei Proliferhate. Grazie mille per lo spazio concessoci. Siamo una band Progressive Death Metal di 4 elementi : Chitarra e Voce, Chitarra, Basso e Batteria.
  2. Raccontateci un po’ di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com’è nata l’idea?
    La band è nata nel 2012 senza un vero e proprio obbiettivo: eravamo quattro ragazzi piemontesi che avevano voglia di tirar su un progetto metal di inediti nel quale inserire quante più influenze personali possibili: dal post metal, al progressive death metal con influenze melodic death. I fondatori ufficiali sono Omar (Voce/Chitarra) e Andrea (Basso). In seguito si sono uniti Daniele (Batteria) e Lorenz (Chitarra). [Omar]
  3. Parlateci un po’ del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
    Il nome “Proliferhate” si può associare, ovviamente, alla proliferazione dell’odio, ma anche alla conseguente incanalazione per un suo utilizzo costruttivo, partire da esso per crescere e giungere all’accettazione di sè e del mondo intorno a noi: una purga dell’odio in favore della vita.[Omar]
  4. Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso “non ci piace essere catalogati in un genere preciso”, in quale movimento/genere vi collochereste?
    Il nostro genere musicale può esser definito come un progressive death metal molto contaminato: all’interno dei brani abbiamo spesso delle parti cantate sia in pulito che in growl/scream, inserti con chitarre pulite e alcune sezioni con tempi dispari e groove ritmici particolari. I nostri gruppi di riferimento principali sono gli Opeth, i Katatonia, i Pain Of Salvation e i Between The Buried And Me. [Omar]
  5. Siete al lavoro su un nuovo album o lo state per pubblicare? Se sì, parlatecene un po’ altrimenti come descrivereste l’ultimo lavoro che avete realizzato e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?

Stiamo per pubblicare il nostro terzo concept album, registrato e prodotto da RecLab Studios ispirato al libro“60 Racconti” di Dino Buzzati (del quale trovate il primo singolo “Anatomia dell’Incubo” in streaming su Spotify, Youtube, Apple Music e Deezer). Si tratta di un’opera che racconta diverse storie non collegate tra loro, ma accomunate dal concatenarsi di eventi dovuti o alla tracotanza o all’ignoranza per arrivare forse perfino all’assurdo, dell’animo umano [Omar]

  1. Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
    Il primo singolo che ha visto la luce del sole sotto il nome “Proliferhate” è stato “Der Grossman”, lavoro che, ormai quasi dieci anni or sono, faceva risaltare più le nostre influenze che non il nostro stile (ed infatti ora come ora gli arrangiamenti odierni sono molto lontani da quella canzone!) al quale comunque siamo molto legati. È stato il primo singolo del primo album “In No Man’s Memory”, seguito poi dal secondo Demigod Of Perfection, tutti e due concept album ispirati alle opere di Goethe, soprattutto il Faust, ed entrambi prodotti da Adriano Vecchio. Per quanto riguarda le esperienze live, abbiamo avuto la fortuna di poterci cimentare su vari palchi europei (conosciuti o meno) tra cui Romania, Croazia, Serbia, Ungheria, Slovacchia, Malta, anche insieme a bandi di spessore: in Italia abbiamo avuto l’occasione di condividere il palco insieme ai Necrodeath, ai Furor Gallico e ai Novembre, per esempio, mentre all’estero abbiamo condiviso il palco con i Nuclear. [Omar]

  2. Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi ha mai sentiti?
    Ciao a tutti! Qui Lorenz (Chitarra, cambiamo un po’ le carte in tavola, e grazie mille ancora per lo spazio!). La canzone che ci sentiamo di consigliare è Anatomia dell’Incubo, nuovo singolo del terzo album che potete trovare qui: song.link/ProliferhateAnatomia

 

  1. Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?

Il tour in Est Europa che facemmo nel 2015 ci ha sicuramente segnati in maniera indelebile (e non vediamo l’ora di rifare l’esperienza, fino al 2020 abbiamo solo fatto date “spot” al di fuori del confine italico). Mi verrebbe da dire che anche il registrare il nuovo prodotto è stata un’esperienza segnante, ad un livello completamente diverso rispetto agli altri due precedenti lavori. [Lorenz]
 

  1. Chi è il principale compositore del gruppo? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?
    Solitamente non vi è un compositore principale, ci piace ognuno assemblare le nostre parti rispetto magari ad un riff centrale portato da Omar e poi armonizzare le varie parti tra di loro in seconda battuta, anche se ci piacerebbe per i prossimi lavori sperimentare il più possibile diversi punti di partenza e d’arrivo per comporre un brano. [Lorenz]

 

  1. Parlateci un po’ dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
    Il songwriter principale del gruppo è Andrea (Basso) che propone i concept per l’album che ci avviamo a comporre e propone i testi a Omar che poi da loro vita. Siamo contenti della seconda domanda che ci avete posto, proprio perché una caratteristica dei nostri testi è quella di intrecciare lingua inglese e italiana, sia che sia con voce clean che growl. [Lorenz]

 

 

  1. Quant’è importante per voi l’attività live di una band e quant’è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?
    Data la recente situazione rispetto all’ascolto privato della musica, contraddistinto da un’infinità di progetti diversi per genere, forma e stile, l’attività live è il metodo migliore per proporsi al pubblico ignaro della tua esistenza, ma bisogna anche fare attenzione a non “abusare” del numero di live, soprattutto nel primo periodo. La presenza scenica è sì importante, per dare al pubblico un vero e proprio “happening”, diverso dall’ascoltare un disco con davanti l’immagine della band, ma non deve prescindere la qualità dell’esecuzione e del sound, secondo noi. Tutti e tre i fattori devono viaggiare all’unisono. [Lorenz]

 

  1. Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d’oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
    Ci è sempre piaciuto rimanere semplici sul palco, coordinati con il vestiario ma semplici per non distrarre il pubblico dalla musica. Tendiamo a preferire un vestiario neutro, maglietta nera (o camicia) e pantaloni scuri. [Lorenz]

 

  1. Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?
    Un tempo ci piaceva iniziare il nostro concerto con un’unica frase “Buon Viaggio”. Penso che questo sia quello che il pubblico debba aspettarsi: di venire in viaggio con noi, attraverso la nostra musica e le nostre storie. [Omar]
  2. Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
    La scena italiana è colma di progetti validi che spingono tra di loro per emergere, e dopo la pandemia è stato bello vedere che il pubblico (anche non musicista, sempre più raro) è tornato con forza anche sulla scena underground. Tuttavia, con la crisi che ne è scaturita, molte situazioni dove la musica underground poteva esibirsi hanno dovuto chiudere, e ciò di riflesso indebolisce la scena stessa.

Tra i migliori gruppi italiani che possiamo citare ci teniamo particolarmente a segnalare Nanowar of Steel, Fleshgod Apocalypse, Destrage, Nero di Marte e Enisum tra i più conosciuti, mentre tra gli emergenti ci teniamo a segnalare Locus Animae (Lombardia), Amthrya (Piemonte), Mars Era (Toscana), Inverno (Lombardia), Sharks in Your Mouth (Marche) e Nebulae (Campania). [Lorenz]

  1. Meglio uscire per un’etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l’intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
    Per questi tre lavori ci è piaciuto essere indipendenti dalle etichette e affiancarci piuttosto a professionisti del campo musicale come Hero Agency o RecLab Studios. Pensiamo che, per il momento, sia il modo migliore per poter crescere e un giorno poterci interfacciare con realtà sempre più professionali. In realtà se poi arrivasse un contatto con una major, perché no? Ogni situazione va valutata con attenzione, a nostro avviso. [Omar]

 

  1. Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
    Nell’era digitale dove l’attenzione è bombardata costantemente da un quantitativo enorme di contenuti, immagini, link, video, la lotta per emergere si localizza proprio sui social network, ed essi ci hanno aiutato molto per farci conoscere, soprattutto all’estero. Lasciamo qui il nostro link tree: linktr.ee/proliferhateband [Omar]
  2. Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale lavorare, chi scegliereste?
    Se possiamo fantasticare, lavorare con un mito vivente come Rick Rubin sarebbe un sogno, effettivamente! [Lorenz]

 

  1. E con quale musicista/gruppo realizzereste invece una canzone (o un remix) assieme?
    Sarebbe un onore poter lavorare con gruppi come Opeth, Between the Buried and Me, Pain of Salvation e/o Tool [Omar]
  2. Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt’altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
    Tra i gruppi sicuramente segnanti ci sono i Rush, Red Hot Chili Peppers, Primus, Dream Theater, Trivium. [Omar]
  3. A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
    Solcare palchi internazionali con i nostri idoli, girare il mondo grazie alla nostra arte, lasciare un messaggio e, perché no, magari cambiare qualcosa, nel nostro piccolo, nel mondo. [Lorenz]
  4. Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
    Beh, di gruppi ne abbiamo già segnalati tantissimi, ma tra tutti sicuramente se non li conoscete già consigliamo di recuperare i Jinjer! [Lorenz]
  5. Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
    Di italiani da scoprire assolutamente sono i Klimt 1918, provare per credere! [Lorenz]
  6. Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
    Classica (Novembre) e Ghost Reveries (Opeth) [Omar]
    Hypnotize (System of a Down) e Sheer Heart Attack (Queen) [Lorenz]
    De-loused in  the comatorium  (The Mars Volta) e Metropolis pt. 2 Scenes from a memory (Dream Theater) [Daniele]

 

  1. Ultimo album (o gruppo) ascoltato
    The Long Procession – Amia Venera Landscape (Veneto) [Omar]
    Life is but a dream – Avenged Sevenfold [Daniele]
    Pain Therapy – Conspirancy of Blackness (Piemonte) [Lorenz]

 

  1. Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
    Grazie mille a voi di The Front Row per lo spazio che ci avete dedicato, a breve usciranno molte news sull’LP che uscirà in autunno, trovate Anatomia dell’Incubo, il nuovo singolo su tutte le piattaforme, pertanto ci vediamo sui nostri e social e a breve anche sul palco! Horns up!

LINK UTILI:

Anatomia Dell’Incubo (Spotify link)
https://open.spotify.com/track/4CMNpqE0F4VPjLPfyP069d?si=a277f8a172464710

PROLIFERHATE (Instagram)
https://www.instagram.com/proliferhateband/

 

 

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