Il 27 gennaio Fran Vasilić l’artista croato – da più di 300mila ascoltatori su Spotify – si esibirà per la prima volta in Italia in occasione del “Fran’s Very First Tour on Earth”, presso il Biko di Milano.
Dopo aver passato i primi diciannove anni della sua vita sull’isola di KRK, in Croazia per l’appunto, ha fatto breccia nella scena musicale a colpi di bedroom-indie-pop e grazie alla sua capacità unica di entrare in contatto con i suoi ascoltatori l’album di debutto “Retrovizor” ha debuttato nella classifica Top 100 Alternative Albums di Apple Music e ha superato i 6 milioni di streaming solo su Spotify.
Fran lo abbiamo recentemente intervistato e potete leggere le sue risposte qui sotto.
1.Ciao Fran e benvenuto su The Front Row. Parlaci un po’ di te, da dove vieni e com’è nata l’idea di fare musica?
Ciao! Sono Fran Vasilić, un artista bedroom pop dell’isola di Krk, in Croazia. Credo che la mia passione per la musica sia nata inizialmente come passione per la scrittura e per la poesia, scrivevo molto durante il periodo scolastico. Ho iniziato a suonare la chitarra durante un corso estivo che un’amica di mia madre aveva organizzato per i ragazzi dell’isola. Alla fine dell’estate però alcuni di noi erano ancora interessati, così abbiamo continuato il corso anche durante l’anno scolastico. Col tempo ho unito la mia passione per la scrittura a quella per la musica e così è nato il mio album di debutto Retrovizor.
2.Come descriveresti il tuo sound e a quali gruppi e generi ti ispiri maggiormente?
Direi che la mia musica è a metà tra l’indie rock Y2K, il bedroom pop di fine anni 2010 e un po’ di Yugo pop o di musica dell’ex-Jugoslavia in generale. Sono cresciuto ascoltando artisti come Tereza Kesovija e Oliver Mandić, quindi traggo molta ispirazione da loro.
3.Stai lavorando ad un nuovo album? E come descriveresti l’ultimo lavoro che hai realizzato? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?
Ho intenzione di iniziare il mio prossimo progetto dopo il tour. Sicuramente nel 2022 ho esplorato un po’ di più il mio sound, ho affinato molto la mia produzione e, dal punto di vista dei testi, ho cercato di essere più vulnerabile con il mio pubblico. Penso che il mio ultimo singolo Hypotheticals ne sia un buon esempio, non credo di avere un’altra canzone in cui sono così vulnerabile da urlare letteralmente chiedendo amore.
4.Qual è stata la prima canzone in assoluto che hai mai registrato?
Twenty Twenties è stata la prima canzone in assoluto che ho iniziato e l’ultima che ho finito per Retrovizor.
5.Parlaci dei tuoi testi: quali sono gli argomenti che preferisci trattare?
Scrivo sempre di ciò che mi tiene sveglio la notte, di cose a cui penso troppo, e dei piccoli dettagli della mia giornata di cui non parlo con i miei amici, ma che comunque mi preoccupano.
6.Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un tuo live show?
I miei show sono come delle montagne russe, il pubblico può aspettarsi sia di ballare che di piangere, ma in generale di divertirsi. In questo tour porterò con me una band di 4 persone e altri 2 membri della crew, il che significa che siamo il doppio delle persone rispetto al team degli show dell’anno scorso, quindi aspettatevi sicuramente un suono e una qualità migliori.
7.Con quale musicista o gruppo realizzeresti una canzone (o un remix) insieme?
Onestamente non ne sono sicuro, molti stanno facendo casini e vengono “cancellati”, quindi a questo punto preferisco fare le cose per conto mio.
8.Album (o gruppo) che consiglieresti ad un amico
Hemlocke Springs sta spaccando!
9.Album (o gruppo) in cui avresti voluto suonare
Per via del genere non è un album che pubblicherei nell’ambito del mio progetto, ma mi sarebbe piaciuto partecipare alla realizzazione dell’ultimo album di Djo. Ci sono moltissime scelte creative interessanti e la produzione è pazzesca.
10.Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Ho ascoltato Preacher’s Daughter di Ethel Cain e mi è piaciuto molto.
11.Lascia un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarti!
Non sono obbligate a farlo, ma si perderebbero qualcosa se non lo facessero.
Un ringraziamento particolare a Astarte agency e Radar concerti
Intervista di Carlo Vergani