Ghost: il verbo di Papa Emeritus III al Live Club!

Nella prima vera giornata invernale cala sul Live Club di Trezzo l’ombra oscura dei Ghost, forti del nuovo, acclamatissimo album Meliora. Nessuno si sarebbe aspettato così tanti fedeli ad accorrere alla messa tenuta da Papa Emeritus III, che esordisce con queste testuali parole (pronunciate in lingua italiana): “Non abbiamo paura”.

Ad aprire il concerto ad un orario stranissimo per il locale gli svedesi Dead Soul, che con il loro oscuro rock blueseggiante e ripetitivo non sembrano gradire troppo alla folla.

Salgono sul palco, accompagnati da un’incredibile ovazione, i cinque ghoul che iniziano il riff della prima canzone di Meliora, Spirit. Papa Emeritus spunta alle loro spalle avvolto da una corona di luce, il suo aspetto non è particolarmente diverso dalle altre volte, con la lunga tunica nera e la caratteristica mitra con croce al contrario.
La band si dimostra in ottima forma nonostante il suono inizialmente non molto ben definito.
Seguono From The Pinnacle To The Pit, la storica Ritual seguita da Con Clavi Con Dio, unica altra perla estratta dal primo lavoro Opus Eponymous; a culminare questo inizio travolgente c’è poi Per Aspera Ad Inferi.

Scaletta sempre in crescendo e che pesca soprattutto dai brani dell’ultimo album, incastonati l’uno con l’altro in maniera impeccabile, al punto che la bellissima Year Zero sembra quasi fuori posto, senza spiccare nella dovuta maniera, nonostante la folla la canti comunque a squarciagola.
Una folla quasi inaspettata e numerosissima affolla il locale in ogni punto possibile per ammirare Papa Emeritus che a metà concerto sveste i panni ecclesiastici per indossare degli abiti più comodi, gli stessi con cui si è presentato per le apparizioni acustiche esclusive in supporto all’uscita del nuovo disco.
Da quel momento sembra essere più a suo agio, i suoi movimenti sono più fluidi e umani e si lascia andare a discorsi più colloquiali che rasentano l’imbarazzante.

Cirice e He Is vengono accompagnate da grandi cori da parte della folla, mentre Ghuleh/Zombie Queen e la cover If You Have Ghosts portano all’ultimo sproloquio che precede la conclusiva Monstrance Clock, eseguita con il costante supporto vocale del pubblico che recita come una preghiera “Come together, together as one”.

Una serata decisamente inaspettata, oltre alla consapevole maestria e all’ottima performance sia musicale che scenografica dei Ghost abbiamo assistito a una sempre crescente partecipazione dei presenti.

Ringraziando Live Nation, Ghost Italia e Tommaso Rey per il testo, vi lasciamo alle fotografie di Stefano Cremaschi.

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