La pioggia non ha fermato i Notwist sul palco dell’Arena Puccini di Bologna

Sono tornati a Bologna una delle band iconiche della scena indipendente tedesca. I Notwist hanno presentato dal vivo, sul palco dell’Arena Puccini “Vertigo Days”, album uscito ad inizio 2021 dopo 7 anni di attesa.

Vertigo Days è il primo album dopo sette anni per la band The Notwist, uno dei gruppi indipendenti più iconici della Germania che saranno dal vivo in tour.
La loro musica è stata a lungo, e lo è tuttora, aperta ed esplorativa, dalla struttura avvincente grazie alla combinazione di pop malinconico, elettronica rumorosa, Krautrock ipnotico e ballate alla deriva.
Vertigo Days è anche un nuovo passo per i The Notwist, un promemoria di quanto singolari siano sempre stati. La cosa più importante è che il trio principale formato da Markus e Micha Acher e Cico Beck si sta evolvendo: come riflette Markus, “volevamo mettere in discussione il concetto di band aggiungendo altre voci e idee, altri linguaggi, e anche mettere in discussione o offuscare l’idea di identità nazionale.” Sono passati sette anni dall’ultimo album della band, Close To The Glass, e in quel periodo i vari membri del gruppo sono stati impegnati con progetti collaterali (Spirit Fest, Hochzeitskapelle, Alien Ensemble, Joasihno), apparizioni come ospiti, un’etichetta discografica ( Alien Transistor), colonne sonore per film, aiuto nell’organizzazione della compilation Minna Miteru di indie pop giapponese e organizzazione di un festival (Alien Disko). Questi percorsi divergenti si ripercuotono su Vertigo Days in modo sorprendente, sulla sua struttura, costruita da improvvisazioni di gruppo, con canzoni che scorrono e si fondono l’una nell’altra in una foschia collettiva, al suo spirito, che si sente fresco e vivo.
C’è anche qualcosa di cinematografico in Vertigo Days, che riflette il percorso della
band che lavora alle colonne sonore e si riflette nella ricca e lunatica opera fotografica di Lieko Shiga che adorna la copertina. Il primo segno di questa nuova apertura è stato il singolo principale dell’album, “Ship”, in cui la band è stata affiancata da Saya del duo pop giapponese Tenniscoats, con la sua voce disarmante e inneggiante che sospira su un ritmo propulsivo e Krautrocking. Troviamo anche il polistrumentista americano Ben LaMar Gay che canta in “Oh Sweet Fire”, contribuendo anche a “un testo d’amore per questi tempi, immaginando due amanti in una rivolta mano nella mano”. Il clarinettista e compositore jazz americano Angel Bat Dawid aggiunge il clarinetto al dream-pop distanziato di “Into The Ice Age”, mentre la cantautrice argentina di musica elettronica Juana Molina regala del canto e dell’elettronica meravigliosi a “Al Sur”. Saya riappare anche come membro della banda giapponese di ottoni Zayaendo, ospite dell’album. In tutto, i Notwist catturano anche per le loro esibizioni dal vivo, dove mescolano e collegano le loro canzoni in modi inaspettati. In effetti, la cosa più impressionante di Vertigo Days è il modo in cui i brani si fondono in un’unica suite lunga e fluida. L’album è concettualizzato come un’intera entità – è perfetto per l’esperienza di ascolto sulle lunghe distanze e per concedersi “un momento“ dedicato.
Questo è anche concettualizzato nei testi dell’album, che afferma Markus, “sembrano più una lunga poesia”. Le dimensioni di quella poesia sono sfaccettate, qualcosa di intensificato dalla stranezza geopolitica dei suoi tempi: “Mentre la situazione cambiava così drammaticamente, mentre stavamo lavorando al disco, il tema dell’impossibile può accadere in qualsiasi momento, è diventata una storia globale e politica”. Ma funziona anche a un livello di astrazione poetica, in modo tale che ogni canzone si sposti in più direzioni: il profondo privato si estende al globale. L’unica certezza è che non c’è certezza. “Forse si tratta principalmente di imparare e di come non si arrivi mai da nessuna parte”, concorda Markus. Sedersi nell’incertezza è coraggioso, ma è anche il luogo in cui ci sentiamo più vivi, e Vertigo Days è un album pieno di vita, con entusiasmo e amore per la musica e per la comunità, tutti con gli occhi spalancati e sognanti.

Un ringraziamento particolare allo staff del Locomotiv di Bologna per il gentile invito 

Foto di Carlo Vergani

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