Dopo aver stregato il pubblico con la loro magnetica energia a febbraio, i Cloud Nothings tornano in Italia per due nuove date estive.
5 luglio 2019 – Soliera (MO) – Arti Vive Festival
Ingresso gratuito
Evento FB: Arti Vive Festival ★ 2019
INFO: http://www.artivivefestival.it
6 luglio 2019 – Chiusi (SI) – Lars Rock Fest
Ingresso gratuito
Evento FB: LARS ROCK FEST 2019 – Chiusi (Siena) – Free Entry
INFO: http://www.artivivefestival.it
L’ultima volta che sono stati annunciati erano quattro anni che non facevano tappa in Italia, ma questa volta, a distanza di neanche un mese, i Cloud Nothings annunciano la loro presenza nella line up di due stimati festival estivi, per tornare a scuotere energicamente il pubblico italiano.
Lo scorso febbraio si sono esibiti presentando il loro ultimo album “Last Building Burning”, accolto molto calorosamente dalla critica e dal pubblico. La band indie-rock di Cleveland lo ha pubblicato lo scorso 19 ottobre su Wichita Recordings. È stato registrato in soli otto giorni nello studio texano Sonic Ranch con il produttore Randall Dunn (Sunn O, Wolves In The Throne Room, Boris). Il disco dura poco più di trenta minuti e contiene otto brani caustici e diretti.
Come racconta il frontman Dylan Baldi, Last Building Burning è contrassegnato da un suono più grezzo e potente: Ho scritto questo disco perché sentivo che non c’erano molte rock band in giro a fare questo tipo di cose, al momento. Non che manchino delle band che suonino bene, ma mi sembra che manchino di quella “heavyness” che a me piace tanto. Al momento sono ossessionato dal concetto di “energia”. Definirei il disco in questi termini: sette detonazioni brevi e una lunga di intenso e controllato caos».
Proprio da questo intento, oltre che dal bisogno di “catturare l’energia del momento”, nasce Last Building Burning, album che conferma il quartetto dell’Ohio come una delle band rock and roll più interessanti e significative dell’ultima decade.
Il nuovo lavoro arriva a poco più di un anno dall’uscita di Life Without Sound, l’album più melodico della band che aveva mostrato il lato più intimo del songwriting di Dylan Baldi.
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