“still standing up”, intervista ai Qlowski

Tra Londra e Bologna, storie di musica vera con i Qlowski.

Cuore e pulsazioni tra il post punk e attrezzature lo-fi, urla urbane e tempi ben arrangiati lungo tematiche che partono dalle loro storie. Ora sono in tour in Gran Bretagna, ma in occasione delle loro quattro date in Italia hanno portato anche qui il loro suono, figlio dell’Ep Pure As fear.

Ecco la nostra intervista ai quattro ragazzi.

1 Qlowski è un gruppo che va felicemente per la sua strada. Almeno così mi sembra. Com’è nato il progetto? E perché questo nome?

Diciamo di si, anche se per arrivare a questo minimo di quasi stabilità che permettesse di fare qualche cosa in più ci sono voluti alcuni anni, cambi di formazione etc. Il progetto è nato in maniera abbastanza banale. Io ho sempre scritto canzoni fin da quando ero alle elementari ma non le avevo mai fatte uscire dallo spazio di camera mia, poi a un certo punto, qualche anno fa, mi è stato regalato un mac, e ho iniziato a registrare su GarageBand, ho fatto sentire i pezzi a Cecilia (Synth/Voce) e a lei sono piaciuti e per la prima volta ho pensato che forse avrei potuto farli uscire dalle mura di casa. Il nome non ha nessun significato, è nato da un gioco di parole, pensavamo di cambiarlo ma poi non lo abbiamo mai fatto, e ora ci siamo quasi affezionati.

2 Vi dividete tra Londra e Bologna. Come avviene la composizione delle vostre musiche? E perché la decisione di scegliere Londra? Mi rendo conto che vista la situazione italiana mi rispondo da solo. Però..

Rispondo prima alla seconda domanda. Si può dire che è stata una serie di eventi a portarci a Londra. Ma principalmente, almeno per me, perché è una città che ho sempre amato ed è uno dei pochi posti in Europa in cui la musica, l’arte e la cultura in generale hanno un ruolo centrale, con mille contraddizioni e paradossi, non sto dicendo che sia il paradiso, o che sia possibile solo qui, ma sicuramente è un luogo in cui è più semplice fare e vivere di cultura, a tutti i livelli.

Questa “divisione”, a parte su questioni logistiche per le date, che si risolvono abbastanza facilmente, non ha inciso troppo sul gruppo anche perché la scrittura dei pezzi, almeno nella fase iniziale, parte da me. Solitamente scrivo e registro la struttura del pezzo, a volte in maniera più delineata altre più come bozza, poi la giro agli altri e in sala si modella insieme. Ma per ora non siamo ancora arrivati al momento di rientrare in studio, per cui vedremo.

3 Pure as fear è il vostro ultimo ep di quattro tracce. Parole che toccano l’ascoltatore.  Spiegatemi cosa avevate in mente nella composizione della traccia Taking Control.

Tutti i pezzi che sono in ‘Pure As Fear’ in modi diversi parlano di abbandono, di distacco, della perdita di persone amate, della fatica e della paura che fa “sopravvivere” a certe situazioni e alle persone e trovarsi in qualche modo soli con se stessi a ripartire e a fare i conti con la realtà delle cose e con chi siamo. E Taking Control parla esattamente di questo: nonostante il dolore, la delusione, la paura, i cocci da raccogliere etc siamo ancora qui, still standing up, sempre alla ricerca di una scintilla che riaccenda il fuoco.

4 Sappiano che dietro i Qlowski c è una grande etichetta: la Maple Death Records.  Cosa bolle dopo il vostro ep?

Maple Death è la nostra famiglia, e siamo felici ed onorati di poter essere insieme ad alcuni dei nostri gruppi ed artisti preferiti. Posso dire che stiamo scrivendo pezzi nuovi e che l’idea è di entrare in studio dopo l’estate e possibilmente uscirne con un album, e nel frattempo cercare di suonare in giro il più possibile.

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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