Ritorno alle origini, quelle vere. Modeselektor tornano a Milano senza Apparat ma con la loro cruda e spigolosa trance elettronica, portando in scena la matrice da club berlinese ai Magazzini Generali.
WHO ELSE, il loro nuovo lavoro, è il pretesto per una via del ritorno verso la fiducia nella folla e nel suo ballo, lontano dalla melodia e col beat metallurgico da fabbrica abbandonata al seguito.
Milano è quindi una fabbrica dove poter sperimentare, in una serata aperta dalla ritmica urbana di Catnapp. Da Buenos Aires alla capitale tedesca il passo è stato lungo per la longilinea performer, autrice di una danza tribal techno che conosce le sfumature dell’hip hop e della giungla metropolitana. Suona da sola, con personalità e beat ancestrali, uniti a una danza electro che la porta a zonzo nei territori di gente come Farai e della meglio gioventù underground.
Tornerà poi a cantare con i Modeselektor in un brano che mescola le carte, con la bionda Catnapp che sale sulle casse in ecstacy da club culture.
Una club culture che il duo tedesco, dopo poco sul palco, predica con un gioco di squadra e di affiatamento con pochi eguali. Gernot Bronsert si presenta con un a maglietta con lo stemma europeo, ma senza una stella. Che sia colpa della Brexit o sia il triste futuro della nostra povera Italia, la t-shirt è il futuro corroso dalla sua punta acida della sua elettronica, a tratti minimale e a tratti più cupa. Gli fa eco il compagno Sebastian Szary, barba da hipster e atteggiamenti da santone urbano, a suo agio con la predica teateale della I am your God.
Dopo Monkey Town del 2011 si torna allora in pista con gusto e saggezza dance electro, con un brano come One United Power che celebra la lirica da club multiculturale, con bandiere come armi. Dietro il duo, i soliti eccellenti effetti Visual della serata cambiano colore al ballo dei presenti, numerosi e agitati sulle note di Who, canzone simbolo del nuovo/vecchio corso Modeselektor che anche senza Tommy Cash fa la sua figura.
E dopo vecchie e care hit, certezza della serata, tutti al Dude Club per un after offerto dagli organizzatori, per scatenarsi ancora più a lungo in stile berlinese.
Grazie a DNA concerti.
Andrea Alesse
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