Improvvisazione al potere. Intervista a Bruno Bavota

Bruno Bavota è un autore maturo di cui si sono da tempo accorti ambienti musicali, cinematografici, e non solo. Un amante delle composizioni che spaziano dalla trama neo classica sino allo stupore compositivo moderno, in un suono che utilizza trame di pianoforte e spaziature ambient.

Il 18 gennaio è uscito il suo disco Re_Cordis (qui la nostra recensione: https://dev.easyteam.org/thefrontrow/bruno-bavota-la-recensione-di-re_cordis/) ed ecco qualche domanda che gli abbiamo posto dopo l’uscita di questo gioiello di architetture musicali.

 

La tua creazione “Re_Cordis” è un opera profonda e da ascoltare diverse volte. Quale risvolto ha il tuo lavoro nell’epoca della semplificazione e della brevità, anche nella musica?

Quello che cerco fare nella musica e, nello specifico, nelle mie composizioni è quello di provare a cristallizzare un’emozione e far si che l’ascoltare possa ritrovare in quell’emozione qualcosa di personale. Prediligo, solitamente, brani brevi e d’impatto…anche se, ultimamente, ho scritto brani decisamente più lunghi.

Quale è il tuo approccio nei confronti della composizione e della creazione dei brani?  Conta molto l’improvvisazione?

L’improvvisazione è per me fondamentale. È difficile che durante le mie giornate abbia un tema ben definito nella testa, da sviluppare poi al pianoforte. La maggior parte delle mie composizioni nascono in maniera istintiva ed appunto improvvisa, ci sono dei momenti in cui avverto che potrebbe venir fuori qualcosa, un flusso interiore ed emotivo ben definito…e capisco che è quello il momento di mettersi al pianoforte!

Un brano bellissimo e intenso che risponde al nome di “Mediterraneo“. Penso che dietro la su scrittura ci sia una precisa idea e una storia. È così?

Il brano ha anche una storia molto simpatica: doveva essere incluso nel mio terzo album (The secret of the sea) uscito nel 2014, ma nel momento della scelta dei brani da includere nel disco, decisi che non doveva farne parte…non mi convinceva appieno. Di quel disco, uscì poi un’edizione limitata in Giappone proprio con “Mediterraneo” come ‘bonus track’. Il brano fu apprezzato tantissimo al punto da decidere di chiamare tutto il disco successivo “Mediterraneo” 🙂

“Mediterraneo” oltre al chiaro riferimento al mare ed alla mia terra, significa per me calore ed un modo di molto personale di approccio alla vita.

Come coniughi l’istinto neo classico con gli sprazzi di modernità elettronica?

È stata una naturale evoluzione del mio percorso musicale. Adoro il pianoforte solo, ma ho sempre avuto la paura di ripetermi e avvertito la necessità di dare alla mia musica un suono molto più personale e riconoscibile. È stato un graduale cambiamento iniziato con il terzo album “The secret of the sea” culminato con il brano “Passengers” incluso in

“RE_CORDIS”. Quest’anno sarà un anno per me di tanta nuova musica ed il cambiamento di cui parliamo sarà ancora più netto!

Dopo la pubblicazione dell’album quali saranno le prossime mosse? Ci sarà un tour live?

intanto farò un “silent concert” ,nello studio di registrazione dove è nato l’album, venerdì 18 gennaio in occasione dell’uscita di “RE_CORDIS” e poi ci saranno alcune date in giro per l’Italia e probabilmente anche all’estero. Come ti dicevo sarà per me un anno pieno di nuova musica!

 

Andrea Alesse

recensioni@thefrontrow.it

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